Trost abita a Como
«Città meravigliosa»

Il bronzo mondiale indoor 2018 è diventata comasca visto che da un paio di mesi, oltre che ad allenarsi al campo Coni, è residente in città

Adesso Alessia Trost è ufficialmente comasca. La “cerimonia di investitura” si è tenuta l’altra sera al campo Coni con il presidente Fidal Como/Lecco Giampaolo Riva che ha consegnato, alla presenza del presidente dell’Ag Comense, Patrizia Bollinetti, alla saltatrice azzurra, una borraccia con il logo del comitato lariano.

Un gesto di benvenuto che l’altista friuliana (27 anni) ha apprezzato molto. «La lego al borsone e la porterò sempre con me: sono sicura che mi porterà fortuna», il commento del bronzo mondiale indoor 2018. Trost ha il “diritto” di diventare comasca visto che da un paio di mesi, oltre che ad allenarsi al campo Coni, è residente in città. «Per ora in un appartamento vicino alla stazione, con il mio ragazzo (Alberto Gasparin, nda), che lavora a Chiasso - aggiunge -. Poi vedremo di trovare qualcosa di un po’ più grande».

Ragazza solare, diretta nel parlare e sempre sincera, racconta di un feeling immediato con la nostra città. «Ho vissuto alcuni mesi a Monza, dopo essermi trasferita in Lombardia, dallo scorso ottobre, per essere seguita da coach Roberto Vanzillotta a Sesto San Giovanni -spiega -. Ci ho passato il lockdown ed è stata dura. Poi ho visto Como e mi ha ricordato la mia Pordenone: una città a misura d’uomo. E anche Ancona dove sono rimasta diversi anni: là c’era il mare, qui un lago meraviglioso».

A Como la campionessa mondiale Allieve e Juniores, ha fatto la prima uscita dopo il confinamento. «Sono andata a correre a Villa Olmo ed è stata un’esperienza meravigliosa. Sia perché era la prima volta dopo tanti mesi, sia per la location stupenda».

Visto che abita in città, ha deciso che avrebbe eseguito la preparazione al campo Coni. Grazie a Patrizia Bollinetti, presidente dell’Ag Comense, ha ottenuto il via libera per usufruire dell’impianto cittadino. «Vengo quasi tutti i giorni della settimana - spiega -. Svolgo la preparazione fisica e atletica mentre a Sesto, di solito al mattino, provo i salti. Mi trovo bene: c’è un’atmosfera serena e tranquilla. L’ideale per poter lavorare».

Al campo ormai tutti la conoscono e hanno avuto modo di apprezzare la sua semplicità. Se capita, si ferma a scambiare due parole con gli altri atleti che si allenano. Non solo con Simone Cairoli, il decathleta azzurro di Villa Guardia o Chituru Alì, il velocista-ostacolista (a proposito non è da tutti gli impianti avere tre nazionali in contemporanea) o Ivana Iozzia, ma anche con i più giovani.

Il suo obiettivo sono le Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno. Per quelle sta lavorando e ha già mandato in archivio la stagione all’aperto. «Senza traguardi importanti e con un anno così strano, “spezzato” dal lockdown, preferisco allenarmi con tranquillità ed essere pronta per le gare indoor - dice Trost -. Dopo il cambio di allenatore dentro di me si sono riaccese motivazioni che non sentivo da tempo. Coach Vanzillotta mi spiega che il salto è molto più naturale di come me l’hanno raccontato».

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