Ballerini: «Punto a una tappa
Ma è importante difendere la rosa»

Nel giorno di riposo del Giro d’Italia ha parlato il professionista canturino

Giorno di riposo, al Giro d’Italia, per il ciclista professionista canturino Davide Ballerini. Un pomeriggio in camera d’albergo con il compagno della Deceuninck Quick-Step Fausto Masnada, a digitare sui social, guardare fotografie della corsa e recuperare energie spese in una settimana di corsa pazza, a combattere anche con il freddo e con la paura del Covid.

Il tempo di un bilancio, che non può prescindere dal fatto che il suo compagno di squadra, il portoghese Joao Almeida , è (un po’ a sorpresa) la maglia rosa della corsa.

Come va Davide?

Direi bene. Al di là di tutto, sento di essere in buona condizione e di poter disputare un buon Giro nelle restanti tappe. La gamba c’è.

Bilancio personale: una tappa persa al fotofinish e un settimo posto dopo una volata fatta in testa, dove sembravi essere partito troppo presto...

Sono abbastanza soddisfatto. La volata persa brucia ancora. Mentre l’altra, ero partito presto per lanciare la volata a Hodeg che però non mi ha seguito subito.

Obiettivi di qui alla fine?

Ripeto, il sogno è quello di vincere una tappa. Sarebbe un sogno. Se ci saranno le condizioni, se potrò provarci, ci proverò.

Perché lo scenario è cambiato: il tuo compagno Almeida è in maglia rosa.

Certo. Questo cambia molto le cose. Adesso l’obiettivo della squadra è difendere la maglia rosa. È incredibile l’energia che ti dà un evento come questo. Non guardiamo più in là della tappa successiva. L’obiettivo è avere la maglia sulle spalle di Almeida un giorno in più.

E questo tarpa un po’ le ali alle tue voglie di vittoria...

È indubbio che, come squadra del leader, le energie da spendere durante la tappa siano superiori. Siamo sempre lì a tirare in gruppo e questo può toglierti un pizzico di energia nel finale. Ma è un lavoro che ci dà soddisfazione.

Avete festeggiato in albergo la conquista della maglia rosa?

Sì, certo. Un brindisi quando l’ha conquistata.

Che tipo è Almeida?

È molto giovane, al primo anno da professionista, anche molto timido. Un bravo ragazzo che ha grandi qualità tecniche, un bello scalatore. Ha avuto il merito di fare subito una grande cronometro, perché limitare i danni rispetto a un fulmine come Ganna non era facile; poi ha preso la maglia e adesso non è che sarà così facile portargliela via. Gli altri dovranno lottare. Anche se, specie in queste condizioni strane, la terza settimana è una incognita, i crolli sono dietro l’angolo. Anche a Roccaraso ha stretto i denti nella tappa sin qui più dura.

E che freddo.

Puoi dirlo forte. C’erano 5-6 gradi e soprattutto un gran vento. Davvero una giornata impegnativa.

Però tu hai pedalato sempre in maniche corte...

Io preferisco il freddo al caldo. Meglio 7 gradi che 25. Ma anche io poi sono umano e alla fine è stata dura. E poi questo è solo l’antipasto di quello che ci aspetta al Nord. Anche se spero che questo sciame di freddo, anticipato per la stagione, possa finire in fretta, perché poi sulle alpi può essere difficile davvero.

Hai già visto quale può essere la prossima tappa dove provarci?

No, perché quando sfoglio il percorso e mi accorgo di quante salite mancano ancora, lo richiudo subito (ride, ndr). Vedremo se capiterà l’occasione, magari anche domani. Anche se, come detto, prima ci sarà da occuparsi della maglia rosa.

Avete timore per il Covid?

Beh, un po’ si apprensione c’è, specie adesso che hanno preso un corridore contagiato (Yates, ndr). È un attimo contagiare dieci colleghi... Speriamo di no. In questo senso, si naviga a vista. Speriamo di arrivare a Milano.

Vedi molta meno gente sulle strade?

Mah, io me ne aspettavo di meno. La maggioranza con le mascherine, ma ce n’è.

I tuoi familiari sono venuti a vederti?

Non ancora, credo che verranno a Rimini.

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