Abass a cuore aperto
«Tokyo? Meglio nel 2021»

Lunga intervista sul nostro quotidiano di oggi al giocatore comasco in forza a Brescia. Parlando un po’ di tutto

Dice lui: «Mi avessero detto cinque o sei anni fa che di questi tempi, dopo aver partecipato a un Mondiale, mi sarei giocato la partecipazione all’Olimpiade, non ci avrei creduto. Anzi, a qualcuno avrei dato anche del matto».

Figurarsi allora quelli dell’Antoniana Como che, con una bell’opera di convincimento, vinsero la concorrenza di altri sport. Era il tempo in cui quel bel morettino (e non solo di capelli) di Camerlata spopolava nel cantiere, grazie a una vivacità unica e a una fisicità non comune per l’età.

«È proprio portato per il basket», andava ripetendo l’Armando (e con Armando intendiamo Clerici, il patron della piccola società cittadina). Che non fece la benchè minima opera di ostruzione quando a cercarglielo venne niente di meno che il settore giovanile della Pallacanestro Cantù. Prima vera tappa per spiccare il volo. Come in realtà fu.

Awudu Abass, 27 anni, adesso è un uomo maturo, marito a tempo pieno e padre di una figlia che adora. Lo so intuisce da come misura le parole e da come, sempre e comunque, dedica un pensiero ai suoi, ancora a Camerlata. Mentre lui, adesso, è una delle colonne della Germani Brescia e della Nazionale di Romeo Sacchetti. Che continua a rimanere in corsa per Tokyo 2020. Anche se sarà nel 2021.

Questo rinvio di un anno, paradossalmente per voi, è un toccasana.

«Direi proprio di sì. Anche perché, pur in assenza di ufficialità, questa storia del preolimpico sì preolimpico no stava un po’ sfibrando tutti. Ora, emergenza permettendo, i tempi per andare a giocarcelo ci dovrebbero essere».

Ovviamente, non può che farle piacere...

«Eccome. Inutile rincorrere tutte le voci, era meglio non pensarci e sperare. Le Olimpiadi, in fondo, sono il sogno di qualsiasi atleta».

Il resto dell’intervista sul nostro quotidiano.

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