Ai lov dis gheim, nuova puntata
La versione di Gianni (Corsolini)

Tradizionale appuntamento con la rubrica più longeva del quotidiano La Provincia

Nel mondo della pallacanestro (non è una novità), Cantù è stata un modello, non solo per i successi in campionato e nelle Coppe, ma anche per tutti quegli aspetti umani che accompagnano la crescita tecnica per arrivare a creare dei cittadini oltre che dei cestisti. Lo dico senza presunzione, perché i ricordi che ho dei ragazzi possono confermare questa tesi. So che dimenticherò qualcuno, nonostante tanti mi riconoscano una memoria efficace.

Oggi per fare degli esempi parto dal Sud. A Brindisi, da diversi anni, opera in qualità di manager Simone Giofrè. Anche lui ha giocato da noi ed il padre Gino ha dedicato tempo alla Lega, all’epoca del presidente Franco Corrado. Sempre in qualità di manager abbiamo il figlio di Ciccio Della Fiori, Daniele che, dopo la laurea in Economia, ha dedicato le sue conoscenze alla società di Verona, prima di tornare a casa.

In casa abbiamo anche Salvatore Lapetina che, dopo la partecipazione a diversi camponati giovanili, si è laureato in legge ed ha fatto l’esame per abilitarsi come procuratore. È stato uno dei migliori anche se non ha proseguito in questa carriera per dedicarsi a quella di avvocato. Simone Divitini ha un’impresa individuale che si cura di impianti elettrici, mentre Francesco Frates, il fratello di Fabrizio, è architetto e gira tutto il mondo per progetti importanti. Anche Mauro Oliva si è laureato in marketing, con una formazione che credo sia stata computa negli Stati Uniti.

Stiamo parlando di sport perché in questi giorni sembra proprio che gli uomini abbiano deciso di abbandonare la ragione per dare spazio agli istinti peggiori in tutti i sensi. C’è stato il novantesimo compleanno di Liliana Segre mentre sembra aumentino i negazionisti. Il buon Trump in America, intanto, ha trovato modo di ricordare l’11 settembre dicendo di avere a disposizione un’arma nucleare di distruzione totale e ha aggiunto che non ha comunicato la notizia dell’arrivo del virus per non causare il panico. C’è poco da essere allegri.

Fino a quando non recuperiamo un minimo di etica, che nel passato era presente nel bagaglio di tutti i personaggi pubblici, è difficile sperare in una società più equa.

Ci stiamo avvicinando ad un impegno importante che è quello del 14 settembre, l’apertura delle scuole. Spero proprio che in questa occasione tutti quanti noi recuperiamo un po’ di equilibrio perché è certo che non tutto quanto sarà pronto, bisognerà valutare con calma le diverse situazioni ma non gradisco la speranza un po’ diffusa che l’inizio della scuola non sia positivo. Mi sembra che in molti siano pronti a battagliare non per risolvere i problemi ma per creare ulteriore confusione.

Tornando alla palla a spicchi, anche se non parteciperò personalmente, voglio ricordare che a Bologna il 19 settembre ci sarà il cinquantesimo anniversario della fondazione delle Lega della Società di basket di serie A, un anniversario veramente importante, in un’epoca di grande criticità.

La Supercoppa ha consentito a tutte le squadre di giocare tante partite in poco tempo ed in questo caso è chiaro che quelle che avevano cominciato prima a lavorare hanno espresso un amalgama migliore. La Supercoppa ha però fotografato un problema importante, la tenuta finanziaria di tutte le compagini. Posto che l’attività minore, sempre dimenticata, rischia di essere cancellata dalle disposizioni del Covid e dai limiti di concessione delle palestre scolastiche, si aggiungono le difficoltà delle leghe maggiori, a causa dell’assenza del pubblico.

Per molte squadre la ripartenza sarà onerosa e con poche entrate. Molti budget sono stati costruiti al ribasso, considerando gli incassi consentiti dal pubblico in presenza. Anche le società più grosse avranno un impegno straordinario nel reperire risorse. Auguriamo comunque alle società e a tutti gli amici della pallacanestro di superare questo momento e di tornare ad emozionarsi sul campo.

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