Bagarre dietro le prime sei
E Cantù fa parte della mischia

Nel fine settimana inizia il campionato. Escluse le candidate al vertice, valori molto livellati tra le squadre che ambiscono agli ultimi posti playoff.

Quattro squadre che ai vertici della classifica si staccano abbastanza significativamente se non addirittura decisamente dal resto del gruppo; un altro paio di formazioni che, appena dietro, sono destinate a recitare da protagoniste, prendendo cappello dalla concorrenza; due team che, quantomeno allo stato attuale, partono con maggiori difficoltà rispetto al resto della concorrenza. Quattro più tre più due fa nove. Vale a dire la metà delle prossime partecipanti al campionato di serie A che scatterà sabato sera con l’anticipo delle 20.30 (diretta Eurosport 2) tra Treviso e Trieste, uno dei tanti derby del Triveneto che ci attenderanno.

Quanto alle restanti nove squadre (la massima serie torna quest’anno a 18), i valori - quantomeno sulla carta - sembrano pressoché simili e potrebbe davvero succedere di tutto. Nel senso che tra un posto nei playoff e il terzultimo per evitare la retrocessione (quest’anno saranno in due a scendere) la differenza potrebbe essere minima. Dettata magari da una chimica trovata più velocemente rispetto ad altri nonché da un pizzico di fortuna.

In pratica, alle spalle delle prime sei il campionato sembrerebbe destinato a spaccarsi senza un particolare criterio né lo straccio di un raziocinio di gerarchia.

Su tutte svetta, come del resto è abitudine in ogni nuova stagione di questi tempi, quella Milano che - ancor più del recentissimo passato - si annuncia quale vera e propria macchina da guerra. Roster sterminato e di qualità, al quale forse manca un ulteriore “centrone” ma soltanto per andare fino in fondo in Eurolega perché in Italia basta e avanza. Al suo fianco in griglia, ma dietro nel pronostico, parte la Virtus Bologna che ha corroborato il valido telaio della scorsa stagione (la V nera era leader quando il campionato è stato fermato per la pandemia) con l’aggiunta di italiani preziosi, tra i quali il comasco Abass.

La formichina Venezia si candida a terza forza, minacciata dalla cicala Sassari, forse più quadrata rispetto ai suoi standard abituali, ammesso che coach Pozzecco e il presidente Sardara non trascorrano troppo tempo a litigare.

Brescia è intrigante, ma bisogna capire come coach Esposito regge la stagione e se non avrà troppe rotture di scatole da parte di Vitali, al quale è stato messo davanti Cherry. La sesta forza reca le insegne della Fortitudo, affidatasi a Sacchetti in panchina e ai due migliori scorer dell’ultima stagione, vale a dire l’esterno Banks e il lungo Happ.

Nel mare magnum cui si accennava delle nove formazioni pressoché allineate, è forse Brindisi quella che si fa preferire, magari trascinata da colui che si annuncia quale l’erede di Banks, ovvero D’Angelo Harrison, uno dei migliori colpi di mercato in assoluto.

Dopodiché, davvero, potrebbe valere tutto. Tipo, parlando ad esempio di Cantù, che la S.Bernardo possa concorrere per un piazzamento playoff, come pure dover prestare attenzione alla zona calda della classifica.

Diversamente dalle ultime annate, Pesaro non sembra più partire dal fondo della graduatoria. Le indicazioni, pur sommarie della Supercoppa, raccontano di una squadra già abbastanza “quadrata”, messa in riga da un tecnico di spessore quale Repesa, anche se, escluso Robinson, il talento in seno al gruppo non pare servito in abbondanza.

Al momento, infine, Roma e Cremona sono quelle che appaiono essere messe peggio e non solo perché sono partite in ritardo.

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