Basket in carrozzina
Emozioni sul set

Presentato “Tiro libero” tra carrozzine e canestri. Il presidente della Briantea, Marson: «Noi ne avevamo girato uno dieci anni fa».

Le carrozzine del basket diventano un simbolo di rivincita umana, uno stimolo di rinascita anche grazie al film arrivato nelle sale in questi giorni: “Tiro libero”, con Nancy Brilli e Biagio Izzo. Una storia che si avvita nell’ambiente del basket in carrozzina, e che proprio dal coraggio e dalla forza di atleti di questa disciplina trova lo spunto per dettare una morale.

Quella che Alfredo Marson sventola con orgoglio da anni. Questo film è anche una sua vittoria? «Certo che lo è. Ho visto solo il trailer, la storia di un ragazzo in difficoltà che trova nuova linfa ed energia dall’allenare una squadra di basket in carrozzina. Quanto volte l’ho ripetuto? Da quanto dura questa mia battaglia? Non è retorica, è un mondo che da questo punto di vista è cresciuto. Non è più lo sport degli handicappati, lo chiamavano proprio così, ma un vulcano di energia, forza, vitalità, commozione».

La Briantea non è stata contattata per dare consulenza al film, visto che è stato girato nelle Marche ed è stata stretta una collaborazione con la squadra del Giulianova. Ma Marson ricorda che la Briantea a questo step ci era già arrivata: «Una decina di anni fa avevamo fatto un film, regista il comasco Pietro Porro, che si chiamava “Come ogni giorno”».

Il servizio completo sulla Provincia di giovedì 21 settembre

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