Berti sulle accuse del coach
«Una scossa per Cantù»

«Il desiderio era quello di avere dai suoi giocatori un segnale di risveglio», un modo per richiamare tutti al necessario «senso di responsabilità»

Sul giornale di oggi una analisi delle accuse del tecnico Kurtinaitis alla Red October dopo la sconfitta di Reggio Emilia. «In questo momento c’è piena fiducia nei confronti della squadra». Gianluca Berti, il direttore sportivo della Pallacanestro Cantù, smorza i toni dell’intervista rilasciata a caldo dal coach. Pur non volendo entrare nel merito dei contenuti della stessa, Berti parte dal «lungo confronto avuto a fine partita» proprio con il tecnico lituano, confermando la fiducia della società, seppur definendola «a termine», nei confronti dei suoi tesserati. Ciò, per poi velocemente spostare l’attenzione sulla necessità di fare quadrato in un momento di oggettiva difficoltà. Dopo la sconfitta contro Reggio Emilia, l’allenatore biancoazzurro non è andato affatto leggero con i suoi ragazzi, a suo dire colpevoli non solo di sbagliare i fondamentali, ma anche di giocare per sé, senza la necessaria concentrazione in fase difensiva. Dito puntato, peraltro, sullo scarso attaccamento alla maglia e, segnatamente, sul mancato ruolo di leader dell’uomo almeno sulla carta di punta, Lawal. Se è vero che «l’approccio alla gara manca», Berti vede nella ricetta «lavoro e sacrificio» la chiave di volta per rilanciare le ambizioni d’alta classifica della Red October. Quanto a Kurtinaitis, nelle sue esternazioni il ds canturino vede «il desiderio di avere dai suoi giocatori un segnale di risveglio», un modo per richiamare tutti al necessario «senso di responsabilità». 

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