Bucchi: «Verdetto che fa male
Il Covid ha inceppato qualcosa»

Il coach di Cantù: «Mi piacerebbe avere una macchina del tempo e riavvolgere il nastro fino al post Cremona»

La retrocessione arriva al termine di una stagione disastrosa, con la Dea Bendata che ha voltato più e più volte la sua faccia alla Pallacanestro Cantù. In campo, come nell’ultima sfida giocata domenica sera a Bologna e anche una settimana fa contro Reggio Emilia, ma anche fuori, con i biancoblù che sono stati interessati da diversi focolai da Covid-19 nel corso della stagione. In particolare sono stati due i cluster di una certa rilevanza in casa Cantù, l’ultimo dei quali – a detta del coach Piero Bucchi – è stato decisivo ai fini della retrocessione diventata matematica domenica sera.

Il pensiero dell’esperto allenatore, che sperava di compiere un’autentica impresa coi canturini, è rivolto proprio all’epidemia: «Mi piacerebbe avere una macchina del tempo e riavvolgere il nastro fino al post Cremona e al pre-Covid perché, in effetti, da quel momento si è inceppato qualcosa e onestamente tutto è diventato molto più complicato».

Purtroppo la retrocessione non è un film, ma è pura realtà per Cantù: «È un verdetto che fa molto male quello emesso dal campo. Se devo essere onesto – ha ripetuto Bucchi – in quel momento stavamo facendo bene, la squadra aveva senso e giocava una bella pallacanestro. Poi, questa seconda tegola che ci è capitata addosso ha reso tutto quanto molto più complicato e molto più difficile».

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