Cantù a Casnate? Ci sta pensando
Ma i problemi da risolvere sono tanti

Tanti pro e ancora troppi contro: ecco perché sì e perché no

Il PalaFrancescucci di Casnate con Bernate? Idea che stuzzica, ma molto poco praticabile. Al momento. La Pallacanestro si starebbe guardando in giro per cercare di capire cosa fare alla luce della retrocessione in serie A2. E cambiare location, trovare una bomboniera più consona ai lignaggi della Legadue potrebbe essere anche una soluzione percorribile.

Però di difficile attuazione. Ai sicuri pro (si tornerebbe praticamente a casa, eviterebbe gli andata e ritorno con Desio, ha le infrastrutture esterne - leggi parcheggi - collaudate) si contrappongono troppi contro.

A cominciare dalla capienza. Che, ufficialmente, si attesta a quota 1.850 spettatori, al di sotto dei 2.000 richiesti dalla Lega. E la Lnp, in tutti questi anni, ha dimostrato un certo rigore (vedi Tortona, con squadrone da finale, costretta a emigrare a Voghera). Anche qualora ci fosse il via libera, i nodi da sciogliere resterebbero molti.

Restasse l’attuale disposizione pandemica, e quindi con ingressi contingentati, anche se si salisse al 50% della capienza, quota 900 e rotti per una società come Cantù, che muove un cospicuo numero di sponsor, sarebbe davvero molto poca. Vorrebbe dire, a priori, rinunciare a una bella fetta di abbonati.

E, a proposito di sponsor, la situazione attuale del palazzetto casnatese impedirebbe qualsiasi tipo di area hospitality, uno dei must di queste ultime stagione (quelle dei divieti totali ovviamente escluse).

Ma veniamo all’interno del palasport, cominciando dalla tribuna e dalla sala stampa: la prima, già in dote alla grande Comense, non sarebbe minimamente in grado di ospitare i giornalisti di carta stampa, tivù, radio e siti, la seconda andrebbe praticamente inventata ex novo. Altro pollice verso, dunque.

L’ovale del PalaFrancescucci, poi. Senza alcuna divisione di settori, se non quelli che tra rettilinei e curve. In più, ben piantati sul suolo, quegli stalli gialli che sarebbero i primi a dover sparire per fare spazio ai rotori elettronici della pubblicità. Quindi altra operazione sulla quale doversi non poco concentrare. Per finire, i tabelloni elettronici. Andrebbero rinnovati e sostituiti tutti, persino quelli dei 24 secondi.

Una spesa forse più dell’impresa, tenuto anche conto che comunque bisognerà scendere a patti con la Libertas Cantù di A2 di pallavolo e con le società comasche che, in virtù della convenzione tra il Comune di Casnate e quello del capoluogo si allenano e giocano regolarmente lì.

Da valutare, poi, anche le condizioni del parquet, un po’ troppo rigido per via della scarsa manuntenzione degli ultimi anni. Quindi, al di là del fascino dell’operazione, la situazione pare chiaramente in stand-by anche, ma non solo, per una questione di costi minimi solo per entrarvi e farla diventare la casa ideale di una società professionistica di basket.

Desio, dunque, pur con tutte le remore per un campionato fuori porta anche in Legadue è e rimane la soluzione principale.

Non fosse altro per via di un accordo ancora in atto e nemmeno da ridiscutere e per la convinzione dei vertici societari, molto più propensi a lasciare tutto com’è in attesa della fatidica stagione 2023/24 quando il palazzetto, finalmente, tornerà a Cantù e sarà di proprietà.

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