Cantù-Brienza, nessun passo avanti
E la società adesso si guarda in giro

Ieri l’ennesimo rinvio, la situazione si complica: è il preludio al divorzio?

Tanto tuonò che, non pare vero, non piovve. Nel senso che, dal briefing tra Nicola Brienza e la Pallacanestro Cantù si esce con un nulla di fatto. Che, però, se non è la parola fine del discorso (in un senso o nell’altro), nemmeno invita all’ottimismo.

Insomma, neanche ieri c’è stata la tanto attesa firma sul rinnovo del contratto dell’allenatore della Pallacanestro Cantù, con le parti che hanno deciso di prendersi una pausa di riflessione. Preoccupante? A pelle viene da pensare di sì, ma nel basket professionistico - come nello sport del resto - mai dire mai.

Ieri la società ha deciso di portare la scadenza del contratto da “1+1” a 2 anni. La mossa che, in cuor suo, Mauri sperava potesse fare capitolare definitivamente la controparte. Incassando dapprima la firma e poi prendendosi la responsabilità di quel che aveva fatto, comunicandolo al presidente Davide Marson e al consiglio.

La reazione, a caldo, all’incontro di ieri non è stata infatti delle più positive. Con il management che, senza troppi giri di parole, ci è rimasto male. E allora non è escluso che anche la società si muova su piste alternative. Si parla già di possibili alternative: Andrea Diana e Stefano Pillastrini i primi accostati per l’eventuale post Brienza.

Con un nome sempre ricco di fascino e che costituirebbe la più clamorosa delle sorprese, anche perchè si tratterebbe del secondo ritorno: Pino Sacripanti.

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