Cantù cerca il guasto
Le distrazioni a fine gara

Disattenzione e poca solidità di squadra: sono questi i due punti focali su cui si concentrano i problemi (relativi) di Cantù

Disattenzione e poca solidità di squadra. Asciugando al massimo e sintetizzando le parole del vertice tecnico della squadra, formato dal capoallenatore Marco Sodini e dal direttore tecnico Fabrizio Frates, sono questi i due punti focali su cui si concentrano i problemi di Cantù. Problemi che, fatte tutte le analisi del caso, comunque rimandano a una classifica che sorride. Perché Cantù avrà pure perso 2 partite su 11, ma il primo posto è ancora lì. E gli scontri diretti sono tutti vinti. Questo vuol dire che, in caso di successi contro Urania e Treviglio e anche in caso di vittoria delle due inseguitrici Udine e Pistoia nei recuperi, il primo posto sarebbe comunque garantito alla fine del girone di andata.

Certo è che le critiche, anche dall’interno, non sono mancate. La voce “palle perse” dà parecchio fastidio, perché associata (anche) a quei cali di concentrazione che qua e là stanno caratterizzando la stagione di Cantù. Analizzando un po’ i numeri, Cantù perde in media 13.7 palle a partita: un dato che posiziona la squadra di coach Sodini a metà classifica. Un dato che però dice tutto e niente: la squadra che perde più palle è Torino con 15.7, ed è una delle prime inseguitrici di Cantù. Quella che ne perde meno è Orzinuovi, 11.1, ultima in classifica a zero punti.

Ne ha parlato più volte Sodini: «Il dato delle palle perse in certe partite è troppo alto, come le 22 a Trapani. Ma non mi preoccupo più di tanto, contro le nostre competitor il dato è nettamente migliore». Sono quattro le occasioni in cui Cantù è andata sopra la media: Contro Torino (18), Jb Monferrato (18), Trapani (22) e Biella (21). Paradossalmente, tutte partite vinte, mentre contro le due squadre piacentine, le uniche capaci di battere Cantù in campionato, le palle perse sono state solo 9. Altra spiegazione sul dato alto di palle perse è la rilassatezza che, in alcuni momenti, può far perdere la concentrazione mentre si gestiscono vantaggi elevati. Inoltre, una squadra che alza il numero dei possessi, statisticamente ha una maggiore probabilità di perdere palloni.

Ma c’è anche un’altra considerazione, portata a galla da Frates l’altro giorno: «Anche nelle vittorie, non abbiamo saputo gestire bene i vantaggi, arrivandoci a giocarci la partita agli ultimi possessi». È questo, per il dt, il segnale della mancanza di solidità, un fattore su cui Cantù deve ancora lavorare.

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