Cantù, è passione Como Iovine e Ludi alle finali; «Cusin il vero simbolo»

Gli azzurri fanno a gara per tifare S. Bernardo. L’esterno: «Una grande stagione con piccole flessioni». Il dg: «Gran bella squadra, mi piace molto l’atmosfera»

Dal Sinigaglia al PalaBancoDesio, c’è un filo che unisce Calcio Como e Pallacanestro Cantù. Perché il basket spopola anche tra i giocatori del Como e pure tra tanti dirigenti. Quando gli impegni lo consentono, quando non c’è contemporaneità delle partite, alle spalle delle panchine c’è sempre un gruppo di supporter speciali a Desio.

Guidano il gruppo Alessio Iovine e Alessandro Gabrielloni, tra i più affezionati supporter della S.Bernardo. Ma si sono visti a Desio in più occasioni anche Matteo Solini, capitan Alessandro Bellemo, il canturino Andrea Cagnano e Tommaso Arrigoni, oltre alla dirigenza, con in testa il direttore generale Charlie Ludi.

«Scafati all’inizio era una delle possibili finaliste – dice Iovine -, forse per Cantù sarebbe meglio Piacenza. Ma è una finale, si guarda poco l’avversario e ci si concentra soprattutto su stessi. Comunque Cantù ha disputato sin qui una grande stagione: ha avuto solo due piccole flessioni, causate da Covid e influenze, che hanno precluso Coppa Italia e primo posto. Ma ora, dopo il 3-0 contro Ravenna, credo che arrivi alla fine nelle migliori condizioni».

Se per Gabrielloni, suo inseparabile compagno di gite a Desio, l’idolo è Sergio, Iovine non ha dubbi sul proprio preferito: «Cusin è il mio giocatore preferito, lo è sempre stato quest’anno e ora ancora di più: è un trascinatore, nei quarti e in semifinale ha dato esperienza e qualità. In finale? Vorrei esserci il più possibile».

Non si professa esperto, ma sicuramente tifoso di Cantù il dg Ludi: «Ho visto alcune partite perché il basket mi piace e in particolare l’atmosfera di Cantù, appassionata e coinvolgente. In più, per quel poco che ne capisco, Cantù mi sembra anche una gran bella squadra. Ho conosciuto il gm Santoro e ho ritrovato un Cusin dominante, al netto degli anni che passano, anche in A2: per me è il simbolo di questa squadra. Che dire? Non posso che augurare alla società e a tutto il popolo canturino di raggiungere l’obiettivo per cui è stata costruita».

Del resto, la vicinanza tra i due club e le due tifoserie c’è sempre stata: «Ricordo lo scambio di maglie tra i due numeri 9, Procida e Gabrielloni. Tra l’altro so che tanti tifosi del Como sono spesso in curva con i tifosi canturini e viceversa. Siamo felici e tifiamo Cantù con grande convinzione anche in questa finale».

Ludi è rimasto impressionato dall’energia del tifo: «Ho assistito alla prima partita con gli Eagles sugli spalti, incredibili. Inoltre il palazzetto amplifica ogni situazione. Succede anche a noi, con il nostro “zoccolo duro”, che ci segue con passione in tutte le trasferte e dà sempre una mano alla squadra. Complimenti alle due tifoserie, non c’è che dire».

Nessun dubbio, infine, sul Como sugli spalti di Desio per le finali: «Sicuramente ci saremo, io di sicuro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA