Cantù, la promessa di Da Ros
«Riconquisteremo i nostri tifosi»

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«Lotteremo su ogni pallone, anche per i nostri tifosi». Per Matteo Da Ros, non c’è miglior ricetta per riconquistare il popolo canturino. La delusione per la retrocessione in A2 a Cantù non è stata certamente smaltita.

Ma c’è una squadra nuova, tutta ancora da scoprire, che non vede l’ora di scendere in campo. Da Ros, milanese, 32 anni il 25 settembre, dopo la lunga esperienza alla Pallacanestro Trieste, ha accettato la sfida. E per trasferirsi a Cantù, ha rinunciato alla serie A. Di fatto, è stato uno degli arrivi più prestigiosi della Pallacanestro Cantù.

Dopo quasi venti giorni di allenamenti, l’ala può già tracciare un minibilancio di questa nuova avventura in A2: «Abbiamo già messo fieno in cascina nel corso degli allenamenti. Abbiamo lavorato su tanti concetti importanti, seppure la squadra non sia ancora al completo. Ma credo sia opportuno sottolineare l’impegno e l’entusiasmo che anima tutti coloro che varcano il portone della palestra. E quando dico tutti, intendo tutti: giocatori, staff tecnico e medico, dirigenza. La situazione è già molti coinvolgente, perché tutti sono molto propositivi: mi sembra già un ottimo segnale».

La prima amichevole contro Milano, una sfida impari, ha lasciato sensazioni buone: «Il test ad Assago ha dato indicazioni soprattutto per i singoli. Abbiamo provato diverse cose, sapevamo bene che saremmo potuti andare in sofferenza fisica, perché più corti nelle rotazioni e con due settimane di lavoro sulle gambe. Ovviamente, a un certo punto è mancata un po’ di lucidità contro una delle squadre più forti d’Europa. Però elementi positivi da migliorare e meno buoni da sistemare ce ne sono stati: giocare contro Milano è una bella sfida, ma noi dobbiamo fare il nostro campionato, in un percorso molto differente dal loro».

Tra l’altro, l’avversario “tosto” ha avuto anche un significato quasi più simbolico più tecnico. Come ha sottolineato anche coach Sodini, si voleva un test importante «perché è a questo tipo di partite a cui dobbiamo tendere».

Anche per Da Ros è stato un bel test: «Come ha detto il coach, questa era una partita semplice da affrontare mentalmente e fisicamente. Stress e concentrazione vanno automaticamente al massimo. Ora sarà importante tenere alta la concentrazione anche in altre amichevoli, affrontando ogni sfida con lo stesso spirito».

Anche la Supercoppa, in questo senso, può aiutare: «Per un gruppo nuovo è fondamentale giocare e stare insieme per conoscersi. E i tifosi vanno conquistati con i risultati e le prestazioni importanti. Sappiamo bene che l’obiettivo vero è il campionato, ma avere subito una partita ufficiale, dove c’è già in palio qualcosa, lo trovo importante».

Anche per dare alla tifoseria le prime “sensazioni forti”: «Purtroppo l’assenza forzata dei tifosi per le restrizioni la stiamo sentendo: non ho ancora ben avvertito la vicinanza, ma nemmeno la loro delusione. Ma sono sicuro che ora si aprirà un nuovo capitolo della lunga storia di Cantù, anche per i tifosi. Sono più che sicuro che torneranno indipendentemente dalla categoria: li riconquisteremo, sappiamo la gente ami vedere giocatori che lottano su ogni pallone per la squadra della propria città».

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