«Cantù, non potevi fare meglio
Squadra di qualità e quantità»

Parla Gandini, la voce della Lnp: «Con Udine sarà la sfida dell’anno»

«Cantù-Udine? Sarà la sfida dell’anno, la cartina tornasole del girone Verde di A2». Lo dice un superesperto come Matteo Gandini, giornalista che conosce come pochi altri il mondo della serie A2. È lui il telecronista che segue i big match per il portale della Lega Nazionale Pallacanestro e, in chiaro – una sfida a settimana - per il canale Mediasport. A fine novembre, sarà ancora al PalaBancoDesio per commentare lo scontro diretto contro i friulani, probabile testa a testa fino a fine stagione.

«Bel duello»

«Credo che la graduatoria dopo sei giornate sia abbastanza ben delineata: Cantù davanti a tutti, Torino e Udine subito dietro e una sorpresa, ma fino a un certo punto, come Mantova, pronta a dar fastidio. Cantù ha profondità, Udine voglia di riscattare la mancata promozione dell’anno scorso: sarà un bel duello, tra due squadre oggettivamente forti».

Con queste premesse, era naturale attendersi una partenza lanciata di Cantù: «Meglio di così del resto non si poteva fare. La squadra mi piace: l’ho vista dal vivo solo una volta contro Torino e poi ho visto i video di altre partite. La squadra gira già ed è ben allestita».

Gandini promuove il mercato: «La scelta dei due americani mi pare azzeccata. E, a ben guardare, sono stati un piccolo “azzardo”: di solito, chi vuole vincere punta su giocatori statunitensi con ampia esperienza in Italia. Prenderli sul mercato europeo può essere un’incognita, ma non stanno tradendo le attese. Quindi, complimenti a chi li ha scelti».

Altra considerazione positiva sugli italiani: «Questa è forse la parte più difficile. Non sono tanti gli italiani decisivi per vincere. Per me Cantù, in questo senso, ha scelto molto bene in termini di qualità, ma anche di quantità. Vedere Sergio e Bucarelli uscire dalla panchina e non partire sempre in quintetto, è un lusso che pochi possono permettersi. La differenza la fa una panchina lunga».

A pelle, Cantù ha già una mentalità vincente: «Mentre la commentavo a Desio contro Torino, la squadra più forte incontrata sin qui, mi ha colpito questo aspetto. La mentalità si costruisce nel tempo, per una squadra nuova azzeccare tutti gli ultimi possessi non è automatico e non è banale. Sono segnali importanti».

Una Cantù capolista non è quindi una grossa sorpresa: «Si vede il lavoro di Sodini e la condivisione con lo staff: è evidente che tutte le scelte, dal mercato allo stile di gioco, siano state prese in gruppo. E stanno pagando. Colpisce anche il fatto che Cantù abbia attraversato dei momenti blackout, uscendone indenne: è una squadra che non si deprime e reagisce, e questo è merito in buona parte dello staff».

«La mentalità giusta»

Sodini ha detto, scherzando ma non troppo, che vorrebbe vincerle tutte: «Beh, la squadra è forte, ma la vedo dura finire la stagione con il 100% di vittorie. Arriveranno anche momenti di difficoltà, in una stagione lunghissima, ma c’è la mentalità giusta per superarli».

Con un’avvertenza: «Fa bene il coach a ricordare che la stagione si decide a maggio-giugno. Anche la più forte, se a maggio sbaglia due partite, rischia di buttare una stagione… ed è già successo. Spesso chi arriva in fiducia ai playoff diventa una mina vagante. Ma Cantù ha tante risorse e può gestire bene forze e minutaggi».

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