Cantù si rimette i forze
Ma pensa al mercato

Circola il nome di Hunt che si svincola da Roma, anche se sul giocatore potrebbe esserci concorrenza non solo in serie A ma pure a livello europeo

C’era una Cantù pre Covid e, purtroppo, c’è un’altra post Covid. Il fermo per la quarantena sembra infatti aver fatto un gran male all’Acqua S.Bernardo. Al di là dei risultati, comunque centrali per chi concorre per la salvezza, è l’atteggiamento a essere cambiato. La squadra allegra ed esuberante di prima è come se avesse ceduto il testimone a una versione di sè decisamente più triste e grigia. Addirittura dall’encefalogramma piatto quella che si è consegnata imbelle a Cremona l’altra sera. Nel contesto di uno scontro diretto tra potenziali pericolanti che ha colto in fragrante una Cantù inadeguata. I problemi di formazione - senza Smith, con Pecchia fortemente debilitato, con Smith e Leunen non al meglio - valgono una giustificazione ma non possono rappresentare un alibi. Perché i numeri sono impietosi: 51 punti subìti a metà gara, 63 al minuto 23, 101 all’ultima sirena. Con quel break di 19-2 accusato tra il 5’ (12-12) e il 14’ (31-14) a compromettere visioni e prospettive. All’intervallo lungo 70-32 di valutazione, aggiornato in 139-47 al 40’. Un disastro sin dalle prime battute che tale è rimasto in corso d’opera.

«Si tratta davvero di una brutta sconfitta che ci dà parecchio fastidio e che non gradiamo affatto - confessa il general manager Daniele Della Fiori -. Non può succedere di rendersi autori di una prestazione così arrendevole. Non è quello lo spirito con cui si deve scendere in campo né tantomeno quello che serve per salvarsi. Occorre ritrovare al più presto la retta via perché una partita come quella di ieri (mercoledì, ndr) ti segna profondamente».

Una rotta che pure non sarà semplice ritrovare nel breve anche perché Smith dovrà saltare per infortunio quantomeno le prossime tra gare (lesione muscolare ai flessori della coscia sinistra, verrà rivalutato tra dieci giorni). «Vero, siamo in difficoltà sotto l’aspetto fisico - ammette Della Fiori - anche perché Jaime è uno di quei giocatori per noi fondamentali sul quale abbiamo investito tanto. Ma la sua assenza non vale e non dovrà valere quale scusante. Certo che la squadra dopo il forzato stop per i contagi non è più la stessa. Senza Smith, ricordo che questa stessa squadra aveva vinto a Varese e tenuto testa a Venezia... Da qualche tempo è subentrata una sorta di frustrazione che non ha diritto di cittadinanza. Dobbiamo ritrovare fiducia e tornare competitivi come lo siamo stati sino al 1° tempo di Brindisi».

In discussione non è l’impegno. «No, è più una questione di autostima da recuperare. Perché è sempre la testa che fa andare le gambe. Detto ciò, occorre ritrovare la forma migliore e ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Con me davanti a tutti».

A proposito, Della Fiori è anche la figura istituzionale deputata al mercato. Ebbene, l’impressione è che Cantù debba farvi ricorso innanzitutto per provare a ovviare nel settore lunghi all’inadeguatezza che sta mostrando Kennedy (circola il nome di Hunt che si svincola da Roma, anche se sul giocatore potrebbe esserci concorrenza non solo in serie A ma pure a livello europeo) e magari anche per sopperire alle manchevolezze di un giocatore che pure era tanto atteso come Woodard.

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