Cantù, testa alla finale. Con questo spirito

La squadra si gode il meritato riposo dopo il 3-0 nella serie di semifinale playoff contro Ravenna

Tenera è la notte. Che poi è anche quasi mattina Ma un successo nella serie di semifinale playoff val bene un viaggio estenuante di ritorno da Faenza. Complice anche un’interminabile ingorgo all’altezza di Fiorenzuola.

Quasi albeggia, quando gli eroi dell’Acqua S. Bernardo rientrano in casa, a Cantù: 3-0 all’OraSì Ravenna e palla al centro. Anzi, palla in finale. Con un bell’anticipo (si comincia giusto giusto tra una settimana, sabato prossimo).

Al PalaCattani di Faenza eravamo rimasti con due flash nitidi, a cristallizzare il momento. La squadra, in campo, quasi a “pogare” festeggiando spingendosi di qua e di là, tirandosi la maglietta. Il vice presidente Sergio Paparelli, lo sponsor e consigliere Antonio Biella e altri partner della società ad applaudire i 50 e passa Eagles assiepati nello spicchio di campo sopra il canestro dove si sono infranti i sogni di Ravenna all’ultimo tiro e hanno preso corpo quelli del canturini.

«Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare», cantava Franco Battiato, e accostamento migliore non ci potrebbe essere in questo momento. Manco a dirlo, per l’unione di intenti tra una squadra e i suoi tifosi più caldi: tutti concentrati verso un unico grande obiettivo.

Cantù ha vinto una partita sporca, di quelle che ce ne sono da vendere in un playoff. E l’affare non è di poco conto. Al di là di quelli che fra qualche giorni ci racconteranno che «tornare in campo dopo dieci giorni di stop potrebbe essere peggio rispetto a chi ha mantenuto il ritmo partita fino a qualche ora prima» (prepariamoci, nelle tante ovvietà dei prepartita potrebbe arrivare anche questo), mai come adesso - con serie così ravvicinate, muscoli messi a dura prova e clima atmosferico più estivo - fermarsi un attimo è un autentico toccasana.

E Marco Sodini, non a caso, alla squadra ha concesso due giorni di riposo (ieri e oggi), anche per evitare che qualcuno gli sparasse alle spalle..., convocando la truppa per domani al Toto Caimi. Il morale alle stelle farà la differenza, aiutando a recuperare prima dagli sforzi di una finale di stagione baionetta in canna e a prepararsi al prossimo grande appuntamento.

Tra altro, almeno fino a stasera ma potrebbe non bastare, già si sa quando (sabato prossimo, appunto), però non con chi. La serie infatti tra Scafati e Piacenza è sul 2-1 e oggi si gioca gara 4 in Emilia: potrebbe essere l’ultima oppure si va tutti alla “bellissima”, martedì in Campania.

Rimaniamo, però, sulle cose di casa nostra. Detto che il coach canturino non ha ancora deciso se essere o meno oggi sugli spalti piacentini (ormai però le due avversarie le conosce a memoria), Cantù può godersi gli effetti di una panchina lunghissima e che a Sodini concedono magheggi di qualsiasi tipo.

Le rotazioni, anche a Faenza e specie nei primi tre quarti di gara, hanno permesso alla S. Bernardo di mantenere il controllo della gara. Nella parte finale, invece, qualche scelta un po’ così (molte individuali, pochissime di squadra) ha rimesso in carreggiata l’avversaria.

Che però è stata domata in una finale convulso, da autentico playoff. Con lo scambio di colpi più op meno proibito tra Cusin e Cinciarini, i liberi messi da una parte e sbagliati dall’altra, Allen finalmente centrato e l’OraSì che non mette il canestro del sorpasso.

Per Cantù è finale. Restano ancora tre partite da vincere. E i tentativi possono arrivare fino a cinque.

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