Cantù, tutti uniti nel nome di Kobe
E poi “Picchio” e il novantenne

Non solo Bryant è stato ricordato prima del match con Venezia. Anche un tenero siparietto con il presidente Marson

Non poteva mancare Cantù, fra i club e le tifoserie che hanno dovutamente omaggiato il ricordo di Kobe Bryant. A cominciare dalla copertina del “Magazine biancoblù” in distribuzione al PalaBanco Desio, dedicata alla scomparsa di un’icona universale del basket, effigiato nell’abbraccio di un ex canturino in maglia Lakers quale Metta World Peace.

E poi lo striscione degli Eagles (“Riposa in pace, leggenda”) ad accompagnare lo staff dirigenziale della Pallacanestro Cantù che poneva sul parquet i numeri 2 e 24, quelli della figlia Gigi e di Kobe, mentre i led a bordo campo ricordavano anche i nomi delle altre sette persone perite la scorsa domenica. Poi, dopo il minuto di silenzio, il “rito” dei giocatori in campo di tutta questa settimana, Venezia a commettere infrazione di 8” e subito dopo Cantù di 24”, il tutto mentre tutto il palazzetto intonava “Kobe, Kobe” e “Mvp, Mvp”.

Ma non solo Bryant è stato ricordato prima del match: il lungo striscione degli Eagles in ricordo di un loro amico, “Picchio”, striscione al quale hanno risposto i supporter della Reyer, accomunati nella commemorazione, mentre sul campo capitan Della Torre salutava la famiglia di “Picchio” (Mauro Picchioni il suo nome) con un riconoscimento da parte del club.

Il tutto mentre a bordo campo, invitato dal presidente Davide Marson che lo aveva incontrato alla Cà d’Industria dove è ospite, il novantenne appassionato Raffaele Esposti sfoggiava una tuta dell’epoca Forst, a ribadire la sua passione per la Pallacanestro Cantù.

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