Coach Cantù: sarà italiano?
Nel caso Molin o Esposito

S’accorcia la lista, anche perché non scaldano gli outsider Dalmonte e Mazzon

I casting continuano, sull’asse Cermenate (sede della Pallacanestro Cantù) -Cucciago (base operativa al Pianella con i secondi uffici di staff dirigenziale). L’impressione è che la situazione possa sbloccarsi da un momento all’altro, ma solo e solamente se patron Dmitry Gerasimenko decidesse di dare l’accelerata giusta.

Sul tavolo, alla voce “nuovo allenatore”, rimangono pochi profili, specie tra gli italiani. Pole position per Lele Molin, già a Cantù a fare il vice di Andrea Trinchieri. Il fatto che in Russia abbia lavorato in due occasioni (prima come assistente di Ettore Messina al Cska Mosca e ora all’Unics Kazan) aiuta, e non poco. Anche se pare che qualche veto all’interno della compagine dei soci stia (o abbia già) frenato la sua candidatura.

Ecco allora qualche sondaggio parallelo, giusto per fare il più possibile prima di escludere la pista straniera per la panchina brianzola. E un orientamento ben preciso porta dritti a Pistoia, ultimo domicilio conosciuto di Vincenzo Esposito. Il casertano arriva da due ottime stagioni (prima profeta in patria alla Juve e poi proprio alla Tesi Group) e per una piazza prestigiosa come quella canturina potrebbe pensare di lasciare la Toscana dopo solo un anno.

Il Diablo, dunque, è in prima fila con Molin e dietro sono rimasti un paio di concorrenti, al momento, però, senza troppe velleità. E il riferimento è a Luca Dalmonte, e pure lui sarebbe un cavallo di ritorno, e ad Andrea Mazzon, pronto a ritornare sulla (grande) ribalta italiana dopo il campionato da vice allenatore ai Delaware 87ers.

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