Dalmonte non ci credeva
«Senza cinque titolari»

«Questa è la partita dell’atteggiamento, dello stare in campo, dello stare insieme; sicuramente non delle statistiche»

Le preoccupazioni, legittime, di coach Luca Dalmonte poco prima della partita, espresse nel breve dialogo con alcuni giornalisti, si sono dissipate ben presto nel corso della sfida vinta dalla sua Fortitudo contro Cantù. Con cinque big fuori causa, del resto, non poteva che essere così. Non erano “mani avanti” o finta modestia, né tantomeno una resa preventiva, ma una presa di coscienza del fatto che, vincere a Desio in quelle condizioni, sarebbe stato paragonabile a un sogno. Che alla fine si è concretizzato. Insomma, anche in condizioni semidisperate – Saunders in panchina ma out, fuori Mancinelli, Aradori, Fantinelli e Happ -, la cura Dalmonte per la Fortitudo continua a rivelarsi necessaria e decisiva. Con lui sono arrivate quattro vittorie nelle ultime cinque sfide: «Questa è la partita dell’atteggiamento, dello stare in campo, dello stare insieme; sicuramente non delle statistiche. Dovevamo mettere tutto quello che avevamo sul tavolo e lo abbiamo fatto, tutti, indipendentemente da chi è arrivato da pochi giorni o da chi ha preso il ritmo partita per la prima volta. È un segnale importante; abbiamo giocato ogni possesso senza rimpianti».

Con i pochi giocatori a disposizione, Dalmonte ha saputo indirizzare la sua squadra sull’obiettivo: «Siamo sempre riusciti a stare dentro al nostro sistema e alle cose che volevamo fare. Eravamo tutti collegati, tutti si sentivano dentro la partita e difensivamente abbiamo fatto davvero uno sforzo di squadra nel portare avanti, senza farci condizionare, il piano partita, tant’è che Cantù ha segnato solo 26 punti nel secondo tempo».

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