Della Fiori: «Bravi i ragazzi
hanno reagito alla grande»

Tra positività e stop obbligati, il racconto di una domenica bestiale. Il gm di Cantù: «Non era facile gestire una faccenda che ha generato ansia»

Quel (dolce) crocevia del lunedì. Quando non sai se essere più arrabbiato e amareggiato per come gli altri hanno gestito la tua faccenda. O essere orgoglioso per quello che i tuoi ragazzi sono riusciti a fare, e cioè vincere il derby, che poi centrarlo proprio a Varese è ancora più bello.

Daniele Della Fiori, general manager della Pallacanestro Cantù, nonostante una lunga notte tra l’adrenalina del successo e gara6 delle Finals Nba, ha ben chiaro uno e l’altro aspetto. Nel senso che quel che è accaduto (totalmente al di fuori delle responsabilità del club) ancora lo disturba (e non poco), ma contemporaneamente l’exploit della squadra (senza Smith e i due giovanotti, undicesimo e dodicesimo, Lanzi e Caglio) lo rende ancora più orgoglioso di un gruppo che lui ha costruito con cura certosina fin dall’estate.

Non digerisce, il gm, l’annuncio tardivo della positività di un giocatore (nessuno - richiesta del tesserato - hai mai fatto il nome di Smith, ma non essendo arrivato a Masnago pare il segreto di Pulcinella). E, peggio ancora, quella comunicazione via Pec delle 16.30, dove al medico sociale si diceva che altri quattro tesserati non si erano presentati all’appuntamento con il tampone e quindi era impossibile certificare la negatività (dunque inutilizzabili).

«Ci tengo a sottolineare - spiega Della Fiori - che fintanto che ci siamo avvalsi, ed era settimana scorsa, del nostro sponsor, l’Auxologico di Meda, tutto era andato alla perfezione. Con un servizio super e con grande professionalità. Soluzione che abbiamo dovuto abbandonare una volta che ci si è affidati ai laboratori convenzionati con Legabasket».

Non punta il dito contro nessuno, il dirigente biancoblù. Ma è chiaro che troppe anomalie hanno concorso a un risultato che rischiava di diventare devastante per la squadra. Possibile che, alla soglia del 2020, si possano smarrire o non refertare gli esami di una squadra professionista? Sul fatto che tutti i tesserati si siano sottoposti al tampone di venerdì scorso, a Cantù nessuno ha dubbi e, anzi, la società è pronta a fornire testimoni.

Poi è stato un lungo succedersi di imprevisti. «Quando al sabato sera nessuno ci aveva comunicato i risultati, ho cominciato a preoccuparmi - spiega il gm -. Poi domenica è stato un autentico cinema: prima i positivi sembravano due, poi uno. A quel punto, ad allenamento già spostato, in fretta e furia abbiamo fatto rientrare il secondo giocatore. Al momento della mail delle 16.30 ho pensato che nulla potesse più andare per il verso giusto. Ne approfitto per ringraziare Legabasket, per il supporto che ci ha fornito fin da subito. E la Pallacanestro Varese, che è stata molto carina nei nostri riguardi e ci ha dimostrato, non solo a parole, la vicinanza».

Fortunatamente, poi, non tutto è andato storto. E a confermarlo c’è quell’80-90 sul tabellone che dice tutto sull’orgoglio canturino e sul potere della canturinità. Della Fiori ha solo parole dolci per i suoi. «Ho voluto fare i complimenti alla squadra per come ha gestito la situazione. Mentalmente tutti, ma proprio tutti, hanno reagito a una situazione non facile, perché genera ansia, visto che riguarda direttamente la salute di ognuno. Non ci avrei mai creduto, soprattutto per la piega che aveva preso la giornata, con i giocatori, comprensibilmente, presi a capire quel che stava accadendo intorno a loro e con la piega che avevano presi gli avvenimenti: stava diventando tutto tranne che la vigilia di una partita di serie A, e tra l’altro tra le più delicate della nostra stagione. Io? Non ve lo nascondo: ero esausto. Penso si sia visto dal fatto che sono andato in panchina con la felpa, non sono neanche riuscito a ritirare la divisa ufficiale».

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