Desio, Brienza in festa
Buona la prima da coach

Un ritorno da capo-allenatore sulla panchina di Cantù: era già successo nel 2015 durante il periodo di transizione tra Fabio Corbani e Sergej Bazarevich.

Buona la prima. E inaspettato che più di così non si può. Un ritorno da capo-allenatore sulla panchina di Cantù (era già successo nel 2015 durante il periodo di transizione di due partite tra Fabio Corbani e Sergej Bazarevich) arrivato non dopo l’esonero dell’head-coach per via di risultati poco soddisfacenti, come solitamente accade ai vice, ma per via della fuga, perché di altro non si può parlare, di Evgenij Pashutin a Saratov. Il tutto è sorprendentemente avvenuto, tra l’altro, durante un momento positivo di questa travagliata stagione dei bianco-blu.

Il rocambolesco addio del coach russo regala così a Nicola Brienza un’altra panchina da capo-allenatore e per il futuro si vedrà. Ci arriva con un record di 1-1 appunto, ma in una situazione che definire particolare è poco. Entra ad assistere al riscaldamento dei suoi a circa 15 minuti dall’inizio della gara, accolto dall’applauso del pubblico canturino. A vederlo non solo i genitori, canturini e sempre presenti alle partite, ma anche la moglie con la figlia più grande. L’applauso vero però arriva alla presentazione delle squadre e prima della palla a due un coro dedicato. Il popolo canturino si stringe intorno alla squadra e alla sua nuova guida. I primi minuti li passa seduto in panchina, alzandosi solo per applaudire la squadra dopo la tripla del 7-0 di Mitchell. Dopo l’inizio sprint 11-0 Brienza si alza, predica calma e soprattutto attenzione in difesa e agli accoppiamenti, oltre che battere le mani e caricare i suoi evidentemente non troppo traumatizzati dall’addio di Pashutin.

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