È una Cantù modesta
alla voce “italiani”

Anche l’arrivo di Basile non contribuirà a elevare la qualità del pacchetto di indigeni.

D’acchito, il gruppetto degli “indigeni” (si fa per dire poiché Tavernari è un italo-brasiliano) della Red October desta più di una perplessità riguardo il valore complessivo assoluto. Anche perché alle viste non si preannunciano aggiunte in grado di elevare l’attuale modesta qualità, intanto perché ormai il mercato offre più nulla e poi anche perché si è preferito non intavolare trattative con quei giocatori che avevano un briciolo di pedigree e dunque chiedevano decisamente più del minimo salariale contrattuale offerto dal club brianzolo.

In lista d’attesa ci sarebbe ormai da un po’ di tempo quel Nicolò Basile che non è che possa aggiungere chissà che ma che quantomeno sarebbe l’unico playmaker all’interno di una rosa che ne è completamente priva (anche se l’accoppiata Gerasimenko-Bolshakov non sarebbe d’accordo su tale considerazione avendo individuato in Gaines il portatore di palla). Chiaro che il suo minutaggio sarebbe poca cosa, ma quantomeno un minimo d’idea sarebbe assicurata. E come sesto italiano verrebbe tesserato Luca Pappalardo, classe 1999.

Alla voce “italiani” la Red October compirà senza dubbio un passo indietro rispetto alla scorsa stagione.

Ampliando l’orizzonte all’intera serie A, si fa fatica a imbattersi in un gruppo di italiani con meno qualità rispetto a quella della Red October.

L’articolo integrale e l’analisi completa sulla Provincia di giovedì 9 agosto

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