Emozione Chinellato
Eccolo contro Cantù

Pochi anni fa tifava per Cantù dagli spalti, domenica ci giocherà contro. Non sembra vero quello che sta per capitare a Riccardo Chinellato

Pochi anni fa tifava per Cantù dagli spalti, domenica ci giocherà contro. Non sembra vero quello che sta per capitare a Riccardo Chinellato. Complice la retrocessione di Cantù dalla A e la salita della Pallacanestro Piacentina dalla B, il ventenne di San Fermo della Battaglia sarà infatti in campo domenica a Desio contro la società nella quale è cresciuto durante le giovanili.

«L’aspetto emotivo sarà fortissimo – confessa -. Se penso che fino a pochi anni fa andavo a tifare Cantù al Pianella, e ora mi ritrovo in campo da avversario… Già mi era venuta un po’ di ansia quando a settembre abbiamo incontrato Cantù in Supercoppa in casa nostra. Adesso giocando a Desio sarà una grande emozione. Verranno a vedermi i miei genitori e qualche amico che ho conosciuto nelle giovanili canturine».

Facciamo un passo indietro. Chinellato e famiglia si trasferiscono a Porto San Giorgio per seguire le gesta della sorella tennista. Poi come sei arrivato a Cantù ? «Giocavo anch’io a tennis, con mio padre che faceva da maestro. Nelle Marche però ho provato il basket e ho capito che era meglio abbandonare le racchette. E’ capitato che sono andato a vedere le finali nazionali giovanili che Cantù giocava a Porto Sant’Elpidio, e un dirigente mi ha chiesto se volevo provare. Tornati a San Fermo, ho fatto il provino e mi hanno preso non per i campionati regionali, ma per l’Eccellenza. Così ho fatto dall’Under 14 all’Under 18».

Poi un assaggio di A2 all’Eurobasket Roma, serie B a Lecco, Olginate e Piadena, e quest’anno il salto in A2 nella neopromossa Bakery Piacenza, come under del 2000. Dove in maniera inattesa Chinellato sta diventando protagonista, a 19 minuti e 6 punti di media. «Non me l’aspettavo infatti di giocare così tanto. Sapevo di avere davanti diversi giocatori con più anni di esperienza in A2. E invece sto riuscendo a trovare il mio spazio. Fra l’altro ho dovuto giocare per due mesi con la maschera protettiva perché avevo rotto il naso. Sono molto contento: vuol dire che riesco a reggere questa categoria. E non era scontato, perché rispetto alla serie B c’è un abisso».

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