Il casting di Cantù, giorni decisivi
per la scelta dell’allenatore

Della Fiori ha preparato la lista: quattro nomi. Sodini e Ferrari partono in leggero vantaggio, ma Gandini è in risalita e Brienza non si dà per perso

È l’ora del casting. I primi (e potrebbero essere anche gli ultimi) quattro profili sono pronti, ora la palla passa al consiglio di amministrazione della Pallacanestro Cantù. Il general manager Daniele Della Fiori ha provveduto a completare le schede, limando gli ultimi dettagli: profilo, curriculum, ingaggio, prospettive, pro e contro. Descrizione, minuziosa, che farà da base a quella dal vivo, nell’audizione - come sempre accade - di colui che ha la responsabilità della parte sportiva.

Il presidente Roberto Allievi ha vissuto passo dopo passo l’evolversi della situazione. Con qualcuno, se non addirittura con tutti, ha parlato: giusto un contatto conoscitivo, per capirne ambizioni e programmi. E così mentre Federazione e Legabasket ancora si rimpallano l’eventuale format della prossima serie A (con conseguente o meno ripescaggio dei biancoblù), Cantù non sta con le mani in mano e lavora al primo tassello della nuova stagione.

Gli allenatori in corsa sono quattro, come detto: in rigoroso ordine alfabetico, Nicola Brienza, Mattia Ferrari, Marco Gandini e Marco Sodini. C’è, in realtà, una platonica griglia di partenza, ma poi sarà il Gp di via Matteotti a Cermenate a fare la differenza. E, come spesso accade, chi entra come outsider esce con lo spumante in mano e chi parte davanti invece rompe e resta a piedi.

Sodini, Ferrari, Gandini e Brienza, con i posti in entrambe le file intercambiabili, potrebbe essere il responso delle prove cronometrate. Ma niente è ancora detto. Anche perché - così come accaduto nelle ultime stagioni - la decisione sarà frutto di un confronto e non la scelta di un singolo.

Marco Sodini può sfruttare il vantaggio di conoscere l’ambiente e di essere conosciuto. Ha vissuto a Cantù le tempeste e le montagne russe della gestione Gerasimenko. Ha saputo fare il vice, il primo, ancora il vice (ricordate il blitz notturno di Chiavenna con promozione di Bolshakov), per poi tornare in prima persona.

Ha ottimi rapporti con tutta la tifoseria, dagli spalti a quella organizzata: si porterà sempre appresso la clamorosa impresa nel derby vinto con Milano nella final eight di Coppa Italia a Firenze, se ne andò a Capo d’Orlando, in A2, solo quando capii che qui non c’era trippa per gatti data la mania esterofila di patron Dmitry. Occhio al parere (positivo) di Recalcati.

Mattia Ferrari proietterebbe Cantù in una nuova dimensione: quella del coach venuto da fuori, senza peli sulla lingua, con una grande esperienza di categoria, in A2, e una conoscenza sterminata della pallacanestro. Gode di ottima fama tra l’intellighenzia metropolitana e dell’Alto Milanese. Darebbe una pennellata di fresco, che non guasta mai, all’ambiente.

Sornione, raccoglie sempre più consensi la candidatura di Marco Gandini, per una scelta fatta in casa. In questi due anni, del coach di Melegnano sono state apprezzate la serietà e la dedizione, oltre a una preparazione non di poco conto. Della Fiori l’avrebbe voluto pure per il post Cesare Pancotto, poi le cose andarono in altra maniera e si optò per l’esperienza di Piero Bucchi.

Anche Nicola Brienza ha importanti carte da giocarsi. A cominciare da quella voglia di riscatto che piace sempre. In più non sarebbe solo l’allenatore di casa, ma quello fatto e cresciuto qui. Andò a Trento, a prendersi un pluriennale, davanti ai tentennamenti della società nuova gestione, ma ha una scuderia importante e continua a essere ben voluto dall’ambiente.

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