Il figlio di Sacchetti
sulla strada di Cantù

Cantù-Treviglio di Supercoppa è un test attendibile per presentare questa sfida? «Abbiamo vinto, ma è un risultato che va preso con le molle»

Sacchetti, un cognome che nel basket non può passare inosservato. In una A2 con tanti italiani interessanti e di prospettiva, con americani magari già visti in A, o che si sono costruiti una carriera in questa categoria, leggere “Sacchetti” è certamente una variazione sul tema.

Affrontando Treviglio il 16 gennaio Cantù si ritroverà, ancora una volta, di fronte a un “vecchio” avversario della serie A come Brian Sacchetti. Il figlio di Meo, ct della Nazionale, è stato uno dei colpi dell’intera categoria, certamente una presenza di spessore nel roster guidato da coach Michele Carrea.

A 35 anni, dopo aver giocato anni e anni in serie A – sfiorato anche da Cantù durante l’era Gerasimenko – e aver disputato tutte le principali competizioni europee durante la sua lunga esperienza a Sassari prima e a Brescia poi, e dopo avere anche indossato la maglia della Nazionale – il padre già ct, l’ha escluso dalla lista dei Mondiali del 2019 – ha deciso che era ora di tornare alle origini. Basta serie A, nuova vita in A2.

«L’ho fatto perché – dice Sacchetti - questo nuovo progetto societario che c’è a Treviglio mi è sembrato serio e ambizioso. Ci sono persone che hanno voglia di far bene e di investire nella pallacanestro. Sono stato lusingato dalla loro voglia di avermi in squadra e sono felicissimo, alla luce dei risultati, della scelta fatta la scorsa estate».

Cantù affrontata subito in Supercoppa, ora prossima avversaria di una sfida importante per entrambe. Per Treviglio, sarà l’ultimo appiglio per qualificarsi alle Final Eight di Coppa Italia: «È una partita importante, sotto tanti punti di vista. Obiettivamente sarà anche una partita complicata, perché conosciamo molto bene il valore di Cantù e percorso che ha fatto finora. Per noi è cruciale per la possibile qualificazione alle Final Eight, che vorremmo disputare. Vogliamo provare a vincere, perché è tra le partite più importanti: battere Cantù, vorrebbe dire far scattare qualcosa ulteriormente positivo in noi, rispetto a quanto già fatto vedere in questa prima parte di stagione».

Cantù-Treviglio di Supercoppa è un test attendibile per presentare questa sfida? «Abbiamo vinto, ma è un risultato che va preso, dopo tanti mesi, con le molle. Penso che nessuno, dagli allenatori ai giocatori, prenda quella partita come riferimento per preparare questa nuova sfida».

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