Il pallone da basket
Storia di un’icona

Nello sport di squadra più aperto ai cambiamenti regolamentari, quell’arancia di pelle è un totem. Lo spunto per parlarne è il cambio di fornitore nella Nba

Arancione, diviso da piccole scanalature nere in otto spicchi, è fatto di cuoio, gomma o materiali sintetici. Circonferenza, diametro e peso variabili a seconda dell’attività maschile, femminile o giovanile, l’importante è che se viene lasciato cadere da 1,8 metri d’altezza, rimbalzi a un’altezza di 1,2-1,4 metri sulla superficie del campo da gioco. Signore e signori, ecco a voi il pallone da basket, la palla a spicchi che (apparentemente) non cambia mai.

Nello sport di squadra più aperto ai cambiamenti regolamentari, quell’arancia di pelle è un totem. Lo spunto per parlarne è il cambio di fornitore nella Nba: la prossima stagione, la lega americana tornerà all’antico, rispolverando il vecchio marchio Wilson, primo fornitore abbandonato dopo 37 anni nel 1983 per far spazio alla Spalding. Cambiamento epocale, ma allo stesso tempo prudente: la Association vuole un passaggio soft e ha imposto all’azienda di utilizzare gli stessi materiali, la stessa struttura a otto pannelli e le specifiche di prestazioni dei palloni Spalding, oltre allo stesso fornitore per il cuoio.

In cuoio o pelle ruvida, l’importante è che il pallone fa basket favorisca la presa dei giocatori anche con le mani sudate e deve essere anche della giusta durezza. Solitamente è di colore arancione-marrone, con le linee nere, ma nelle varianti per i playground è spesso variopinta. Le palle indoor ed outdoor differiscono anche per i materiali di cui sono ricoperte. La scelta non manca, in questo senso. Spopolano i palloni griffati con i marchi dei campioni del presente o del passato, i colori sono spesso e volentieri sgargianti.

Da alcuni anni, in serie A il pallone ufficiale è il Molten GG7X, che ha apportato una variante non da poco nel colore, con l’inserimento del bianco per un migliore effetto cromatico, su proposta del designer Giorgetto Giugiaro. Viene presentato dall’azienda produttrice come il pallone top di gamma, con una «speciale tecnologia a doppia imbottitura, per un’eccellente sensazione di morbidezza e giocabilità». E il prezzo non mente, visto che non si trova a meno di 100 euro. La A2 invece ha optato, fino al 2023, per la Spalding, con un pallone, il “Precision”, che si contraddistingue per il design bicolore arancio-panna: il materiale di rivestimento è realizzato in Advance-Eco-Grip Pi Composite.

La forma e la sostanza però non cambiano di molto. Chi ha davvero vissuto un cambiamento epocale è stato Carlo Recalcati: «Prima era una palla di cuoio, come quella da calcio, con un laccio interno a chiudere gli spicchi. Poi ho visto i palloni di plastica e infine i Mikasa, approvati dalla Fiba per coppe e campionato. Stankovic del resto mi diceva “il pallone ce l’hai tu, il canestro non te lo spostano, ti devi preoccupare solo di compagni o avversari”».

E i giocatori? «Più che sul materiale, questionano sul peso. I play sono molto esigenti: Phill Goss è maniacale, voleva sempre un pallone un po’ sgonfio. Così come l’ex canturino Mike Green».

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