Il ritorno di “Ai lov dis gheim”
La versione di Gianni (Corsolini)

Appuntamento con la rubrica di basket, ma non solo, più longeva del quotidiano La Provincia

Abbiamo finalmente il nuovo governo. Aspettiamo pazientemente che i protagonisti del benedetto cambiamento riescano almeno in parte a soddisfare le mirabolanti ed immaginifiche promesse.

Personalmente credo che il vero problema italiano sia anzitutto il corpo elettorale cioè noi cittadini allo sbaraglio, sempre alle prese con le colpe degli altri.

Noi del mondo della palla a spicchi dovremmo essere contenti perché il ministro dell’istruzione è Marco Bussetti, diplomato Isef, laureato in Scienze motorie e giocatore di buon livello e allenatore delle giovanili, oltre che scrittore sul nostro mondo.

Ministro della Pubblica Amministrazione è Giulia Bongiorno, che è stata giocatrice. Fra i parlamentari, infine, c’è Gianluigi Paragone autentico fanatico di basket. Non potranno fare miracoli come tutti i loro colleghi, ma almeno un occhio benevolo al basket lo possono riservare, visto che siamo destinati alle “brevi” nella stampa e anche nei social.

Pensiamo di meritare qualcosa in più visto che le finali di A2 registrano una partecipazione del pubblico di grande livello, che talvolta nemmeno i centri classici del pallone hanno. Come sempre vediamo poche donne nei posti chiave, anche se non sono le pari opportunità che danno la competenza, l’esperienza e la professionalità degli incarichi, però nel nostro Paese è innegabile che non ci sia trippa per i gatti in campo femminile e nel lavoro, nella famiglia, nel sociale le donne sono sempre scarsamente ricompensate e valutate.

Intanto in Nuova Zelanda hanno nominato il Premier guarda caso una mamma al potere Jacinda Ardern di 37 anni. Comunque la cosa più importante in questo momento è che si arrivi a varare una magna carta per l’era digitale perché i nuovi monarchi assoluti sono i colossi del web e il loro potere va regolamentato in fretta.

Nella nostra pallacanestro, quella di Cantù, assistiamo a due realtà diverse: la prima è quella del rispetto della tradizione, della storia, della cultura della palla a spicchi assimilata nelle nostre radici, dell’industria del legno, del design, dei merletti e dei pizzi.

Siamo nel campo del successo con la promozione in C1 del Progetto Giovani con al squadra allenata da Sergio Borghi e soprattutto dalla vittoria per la terza volta in campionato della Briantea84 che quest’anno ha vinto anche la SuperCoppa, la Coppa Italia, piazzandosi terza in Europa. Questa società merita il massimo rispetto e condivisione (lo testimonia anche il paginone che “La Gazzetta” ha dedicato alla Briantea) perché davvero fa un lavoro eccezionale sui giovani particolarmente in campo educativo.

L’altra realtà è la pallacanestro della serie A che ha disputato un ottimo campionato ma che come tutti gli anni non lascia prevedere quale sarà la prossima squadra. L’unica certezza è la proprietà, con Gerasimenko che tira le fila dall’estero, fa il manager, l’allenatore, e insomma è il tuttologo della nostra realtà. Diamogli pure atto che l’anno scorso la squadra l’aveva fatta lui, con scelte sulle quali non c’è nulla da ridire.

Verificheremo cosa succederà quest’anno perché lui la squadra la fa all’ultimo momento e normalmente viene mandata in campo al completo dopo l’inizio del campionato. Personalmente mi spiace che sia andato disperso il patrimonio di stima e capacità di Marco Sodini, al quale auguro tutta la fortuna che ha dimostrato di meritare.

Rimane qualche certezza, legata a Kiril Bolshakov, che già ha fatto a turno il primo e il secondo e ha un amico proprietario, ma è almeno una persona onesta che sa stare al suo posto.

E intanto è cominciata la finale scudetto. Al di là di quello che aveva pronosticato Dan Peterson, sono contento di aver visto in Trento una delle finaliste, perché è una società modello, che da anni sta programmando e che ha finalmente raccolto i frutti.n 
Gianni Corsolini

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