Il ritorno di “Ai lov dis gheim”
La versione di Gianni Corsolini

L’appuntamento settimanale con la rubrica più longeva de La Provincia

Nel campionato di pallacanestro è saltata la prima società, la Virtus Roma. Si ha l’impressione, purtroppo, che qualche altra sia pronta a rinunciare. Di questo non si preoccupa nessuno perché la pallacanestro, la pallavolo e tutte le altre specialità sportive non godono di visibilità.

Mi riferisco soprattutto alla televisione, che non trasmette neppure i risultati nei telegiornali o nei maggiori rotocalchi sportivi a conferma delle perplessità quando è stato varato l’organismo “Sport e salute”.

Di questo chi si deve preoccupare, Frassica? Purtroppo c’è poco da ridere. Questi organismi finiscono solo per offrire potere e soldi ai soliti protagonisti della vita pubblica di oggi.

Meglio quindi restare nella nostra specialità e considerare le realtà positive dei nostri ragazzi, non solo nel basket giocato. Ho sentito Beppe Bosa, la cui attività nell’abbigliamento sportivo è cresciuta e per questo Bosa e Antonio Sala si stanno trasferendo in un capannone più grande nella vicina Casnate. L’uomo di Cittadella, sbarcato a Cantù, ha giocato per anni con merito e dedizione e a Cantù ha formato la sua famiglia e la carriera.

In questi giorni ho potuto confrontarmi anche con Simone Giofrè. Simone, dopo la laurea in Scienze Politiche alla Cattolica è diventato un viaggiatore ed esperto del mondo statunitense. I risultati del suo lavoro sono stati ottimi; si è sempre distinto nell’incarico e le scelte fatte a Brindisi con Vitucci sono state premiate sul campo, basta guardare al primo posto attuale in campionato.

In casa nostra, credo meriti analoghi apprezzamenti l’esperienza di Daniele Della Fiori, che sta mettendo a frutto la gavetta di Verona, pur con fortune minori attualmente rispetto a Giofrè.

Della Salda è tornato dopo il passaggio alla Virtus Bologna a Reggio Emilia e i riscontri sono positivi, mentre a Cremona si sta ben comportando anche Portapuppi. Sono ragazzi preparati che hanno bisogno di una autonomia e di un rispetto per il loro lavoro, perché le società che vogliono decidere solo nelle stanze dei vari proprietari non riescono ad ottenere quello che si propongono.

Spesso per colpa loro. Come sempre, occorrono i soldi ma per portare avanti una società con bilanci sani, possibilità sostenibili e obiettivi realistici, occorre anche la competenza dei vari collaboratori, cui deve fornita una garanzia di sicurezza.

L’altro giorno purtroppo ci sono stati i funerali di Paolo Rossi, campione del mondo nel 1982. Al funerale, sono intervenuti parecchi suoi compagni che, come il sacerdote nell’omelia, hanno sottolineato che Paolo era una persona semplice, che ha fatto una vita semplice.

Il successo più grande è stato quello di avere vicino la famiglia e di avere la considerazione di tanti che gli hanno voluto bene.

Non voglio fare paragoni pretestuosi, ma ai giovani dovremmo offrire anche l’immagine di quei campioni che hanno manifestato talento ma che hanno fatto intravvedere che nella carriera non ci sono solo la visibilità e la magia di un gol ma anche le fatiche ed il lavoro di ogni giorno.

Voglio chiudere con una campionessa della scienza. La donna dell’anno 2020 è Anna Grassellino, ingegnera elettronica di 39 anni, vicedirettrice di una divisione di fisica applicata negli Stati Uniti.

Sta costruendo il computer più potente del mondo, ma ci tiene a sottolineare che «per arrivare a un risultato concreto e ambizioso è più importante il risultato intermedio, quello di lunga durata…».

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