Ora Cantù si allena
Ma i soldi ci sono?

La squadra ha interrotto la protesta-stipendi. Trovata la copertura economica per le spese di trasferta ad Avellino, ma restano da pagare le tasse federali

Dopo lo sciopero dei giocatori, che non si erano allenati martedì per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi, oggi per Cantù allenamenti a porte chiuse. Niente tifosi, e perfino niente stampa, fino «a data da destinarsi» (così, almeno, recita il comunicato stampa diffuso in mattinata dalla società che fa capo a Irina Gerasimenko) non consentirà ad alcun esterno di entrare al Toto Caimi .

Intanto i problemi economici montano come panna. Uno è stato risolto nel pomeriggio, ovvero il pagamento delle spese di trasferta ad Avellino . La squadra ha scelto il viaggio in treno, con partenza domani pomeriggio.

Il vero problema: giovedì i scade il termine del pagamento dei previsti 37mila euro di tasse federali, contributi che le società devono versare in diverse rate. Da oggi Cantù, se non ha pagato, è inadempiente. Con queste ammende: 3000 euro di multa entro il 7° giorno di ritardo, 3 punti di penalità entro il 13° giorno, addirittura esclusione dal campionato oltre il 14° giorno. Che facciamo?

Intanto Cappellari, dopo un confronto con i giocatori, ritiene di aver dato sufficienti rassicurazioni per fare rientrare la protesta della squadra. Non a caso i canturini si sono allenati regolarmente. «Gli americani sono stati pagati. Agli italiani è stata liquidata la prima scadenza», conferma. Agli stessi atleti, peraltro, (pare) sono stati mostrati i bonifici.

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