Cantù dà i numeri: Burns si riprende il 23

Basket Un grande classico di inizio stagione è la distribuzione delle maglie. Con tanto di curiosità e aneddoti. Baldi Rossi, Nikolic, Bucarelli e Berdini fedeli alle scelte storiche. E il 15 di Nwohuocha è un omaggio al Pgc

Un grande classico del preseason è la scelta dei numeri di maglia. Perché ogni decisione dei giocatori è spesso e volentieri accompagnata da una storia più o meno curiosa. Non fa eccezione la S.Bernardo Cantù con i suoi giocatori. Ognuno, con il proprio numero sulle spalle, esprime un concetto, un ricordo, una passione. Perché – questa è una regola che attraversa ogni era – nulla è casuale quando si sceglie un numero di maglia. Quello che segue è un piccolo viaggio – tra conferme e scelte nuove - nelle abitudini, nelle scaramanzie e, anche, nella testa dei giocatori canturini.

Il gruppo delle conferme

Filippo Baldi Rossi guida il gruppo delle conferme, tenendosi stretto il suo numero 8. Una scelta – lo scopriamo solo ora - fatta da giovanissimo come tributo ad uno dei suoi idoli, Mario Boni che all’epoca indossava il 16. Un superbomber del basket italiano: essendo quest’ultimo numero già occupato, la scelta è ricaduta sulla sua metà. E quell’8 non l’ha più lasciato.

Anche Nicola Berdini resta fedele al suo 9, lo stesso numero del padre Paolo, ex cestita che negli anni ’90 ha giocato anche in serie A1 con Forlì. Nessun cambiamento nemmeno per Stefan Nikolic, che continuerà a vestire il numero 11 che era stato sia del padre, sia della moglie pallavolista (sposata nelle scorse settimane): il serbo di formazione italiana a un certo punto della carriera ha deciso di farlo suo. e che ha quindi deciso di fare suo.

Anche quella di Gabriele Tarallo, ex Pgc e nuovo volto della prima squadra, ha fatto una scelta legata alla storia sportiva della sua famiglia e al mondo della pallavolo, sport in cui lo zio e il fratello hanno scelto il 17. E il 17 sarà sulle spalle anche del promettente Gabriele. L’ultima conferme è di Lorenzo Bucarelli, che non abbandona quel 21 che lo accompagna fin dai primi anni delle giovanili.

La stessa motivazione per cui il nuovo play americano, Anthony Hickey, ha scelto il 22: lo indossa dall’età di 4 anni e ora che ne ha quasi 31 non ha certo intenzione di privarsene ora.

Christian Burns tornerà invece a vestire la canotta numero 23, già indossata nella sua prima – felicissima - esperienza canturina e scelta in onore di Michael Jordan: ci vuole anche del coraggio, ma di certo all’americano con passaporto italiano non manca. Il 33 di Solomon Young è invece un tributo per onorare la memoria del padre scomparso, che quando era bambino aveva scelto per lui quel numero per le sue primissime partite di pallacanestro.

Un taglio al passato

Appare una sorta di omaggio al Pgc e alla sua precedente esperienza canturina quello che ha deciso Curtis Nwohuocha. Ha scelto di dare un taglio con il passato più recente e torna a indossare quel numero 15 con cui aveva iniziato la carriera a Cantù e che gli ha sempre portato fortuna, ma che aveva abbandonato negli ultimi anni.

Luca Cesana vestirà infine il 90, scelto quando, arrivato a Piacenza, aveva trovato il suo storico 9 occupato. L’ispirazione per il cambiamento era arrivata grazie ad un’intervista in cui Michael Jordan – ancora lui - parlava dell’importanza di incutere timore agli avversari. E allora, Cesana aveva deciso di optare, con ironia, sul numero tradizionalmente abbinato alla paura nella smorfia napoletana.

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