Cantù e i playoff
Sodini: «Gara 2 più vera»

«Ci voleva una partita come questa, nervosa e non giocata benissimo. La prima era andata un pochino troppo liscia»

I playoff secondo Marco Sodini, spiegati in una sola frase: «L’anomalia è stata vincere gara1 con un vantaggio di 22 punti contro Forlì. La realtà è che di solito nei playoff “si fa a cazzotti” e si lotta punto a punto». Ecco perché il tecnico della Pallacanestro Cantù non dà nulla per scontato, nonostante l’apparentemente rassicurante 2-0 nella serie che vede impegnata la sua S.Bernardo contro i romagnoli. E non ha dubbi sull’impegno di domani sera alla Unieuro Arena, per gara3: «Sarà durissima».

Nel percorso e nell’analisi della partita vinta a Desio lunedì, il tecnico ammette che Cantù aveva bisogno di una sfida ruvida. Per abituarsi a match che saranno sempre più simili a questo e a calarsi meglio nella situazione playoff: «Ci voleva una partita come questa, nervosa e non giocata benissimo. La prima era andata un pochino troppo liscia, per meriti nostri naturalmente». Nel dettaglio, Sodini dice che le cose buone viste in gara1 si sono riviste anche nel secondo appuntamento contro Forlì: «Alcuni dei nostri meriti sono comunque rimasti, perché siamo stati capaci di tenere Forlì con una bassa percentuale dal campo, ovvero il 36,4%. Tuttavia, non mi è piaciuta la nostra eccessiva frenesia in avvio, dove non abbiamo mai costruito un tiro con più di un passaggio. Il motivo? Penso che i miei ragazzi avessero la necessità personale di entrare in partita».

Questa frenesia si è anche scontrata con la buona difesa degli avversari: «Siamo una squadra che vuole attaccare e produrre vantaggi, quindi, tatticamente, bisogna attribuire meriti anche a Forlì. Avevamo bisogno di innervosirci, di andare anche in svantaggio e di provare a uscirne con le nostre gambe. Lo dico anche nell’ottica della serie. Siamo stati capaci di sfruttare le nostre rotazioni lunghe, andando alla ricerca di quello che poteva essere il quintetto più performante al momento giusto».

Altra caratteristica delle partite dei playoff è infatti anche la necessità di puntare su questo o quel giocatore, magari escludendone altri nell’arco della partita.

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