«Cantù e Udine promosse in serie A? Sarebbe stupendo»

Giorgio Gerosa, canzese, neo vice allenatore in Friuli: «Troverò un campionato durissimo, ancora di più dell’anno scorso»

«A tutti quelli che mi hanno chiesto adesso dove sarei andato, ho sempre risposto: Tranquilli, vicino a casa».

Giorgio Gerosa - 38 anni canzese al 100% e una vita nella Pallacanestro Cantù prima da giocatore e poi da allenatore delle giovanili e assistente in serie A - è il nuovo vice allenatore dell’Apu Udine, una delle squadre più ambiziose di A2. Lavorerà con Adriano Vertemati.

Ma come vicino a casa? Ha visto dov’è Udine?

Volete mettere sette anni con in mezzo un mare? Tornare da Sassari è sempre stato complicato, ora sono “solo” a quattro ore di auto... Tutta un’altra vita.

Prima di arrivare in Friuli, torniamo un salto in Sardegna. Che esperienza è stata?

Sette anni, due da responsabile del settore giovanile e cinque in serie A. Indimenticabili.

Cosa ha lasciato?

Tanti amici. Tanti. Sono molto maturato, e anche grazie alle persone che ho avuto attorno. Mia figlia è nata lì, con Sassari il legame sarà sempre fortissimo.

Avrebbe mai pensato, sette anni fa lasciando Cantù, di arrivare a questo punto?

Lo speravo. L’ho voluto. E l’ho ottenuto. Facendo quello che avevo in mente e contavo di fare. Non smetterò mai di ringraziare il presidente Stefano Sardara, suo figlio Stefano e il gm Federico Pasquini per l’opportunità concessa. E un grazie a quanti, e sono tanti, che mi hanno fatto sentire sempre a casa.

Visti dalla Brianza, ora che è finita, come sono i sardi?

Super. Un pelo diffidenti all’inizio, ma poi, una volta che dimostri di essere una persona a modo, estremamente eccezionali. Ti danno l’anima e non smettono mai di farlo. Una volta saputa la notizia della fine del rapporto, è stato un continuo chiamarmi, incitarmi e avvisarmi del fatto che loro ci sarebbero sempre stati. Ne sono sicuro, perché mi sono sentito addosso affetto e compagnia. Gente ottima, sempre pronta a darti una mano.

Uno come Meo Sacchetti, che qui abbiamo cominciato a conoscere, ha scelto Alghero come sua residenza anche per il dopo Sassari...

Non stento a crederlo.

Voi, però, non vi siete mai incrociati in Sardegna.

No, io sono arrivato nella prima stagione di Pasquini allenatore, lui se n’era già andato.

Pasquini e poi chi nella sua avventura alla Dinamo?

Esposito, Pozzecco, Cavina e Bucchi.

Non male...

Direi proprio di no.

E, ora, rieccola sul continente. A Udine.

Una grande chance. Sono felice che Adriano Vertemati, il direttore Andrea Gracis e il presidente Alessandro Pedone mi abbiano cercato e voluto. Salgo anche di ruolo, e non è poco, perché divento primo assistente.

E in una piazza importante. Di quelle che in A2, si dice, non dovrebbero stare...

Società solida e organizzata. Che ha giocato e lottato sempre per risalire. Giustamente ambiziosa e anche stavolta con l’idea di fare meglio della stagione precedente. Per me una grande opportunità, al fianco di Vertemati, che ho già avuto modo di conoscere fuori dal campo.

Pronto per questo nuovo campionato?

Sarà durissimo, stavolta ancora di più di quello passato. Tutti hanno messo insieme almeno un paio di colpi e quelle che vorranno salire aumentano. Poi c’è sempre la variabile di ogni stagione, tipo Pistoia. Non me ne voglia il buon Nic (Brienza, ndr), ma non era certo la favorita per la promozione. Eppure. A differenza di Cremona, che ha avuto un percorso di crescita e di vittoria più lineare.

Visti sulle carta, il vostro girone parrebbe il più competitivo, con voi, Trieste, Verona, la Fortitudo.

L’impressione è quella. Ci aggiungerei Cividale e Rimini, e non me ne vogliano le altre società che non ho citato. Girone equilibrato, e non sottovaluterei l’inizio con la Supercoppa. Pur sempre il primo trofeo della stagione, nessuno si tirerà indietro, qualcuno ne approfitterà per riuscire a centrare un obiettivo.

Con Vertemati, abbiamo visto dai social, sono già state fatte prove importanti, in un consesso godereccio con gente del calibro di Andrea Trinchieri e Fabio Corbani...

Compagnia ben assortita... Con addirittura qualche difficoltà nell’intervenire. Comunque con Adriano è stato un impatto positivissimo, già alla prima telefonata l’intesa è stata importante. E non era nemmeno la prima volta che, anche insieme a Lorenzo Pomes, altro componente dello staff, ci aveva invitati e fatti sentire della compagnia. Aggregandoci al gruppo della pizzocherata di Poira di Civo con balconata su Morbegno e la Bassa Valtellina.

Sarete certamente una delle coppie più giovani in panchina.

Onestamente direi di sì, anche se non conosco l’età media dei coach di A2. Di certo, pur tornandoci dopo qualche stagione, Vertemati è un allenatore che conosce la categoria e che ha maturato, nel frattempo, esperienze importantissime, in Italia e all’estero.

Obiettivi più o meno dichiarati?

I soliti, a Udine non si scappa.

E quindi?

Provare a vincere nel minor tempo possibile. Ma facendo anche tesoro delle esperienze passate e magari provare a partire senza sentirsi troppo pressione addosso.

Pensa sia così facile?

Dobbiamo necessariamente tentarci. Di facile non c’è niente. Avete dato un’occhiata al nostro girone di Supercoppa? Cividale e Trieste, altroché precampionato: qui tirerà subito aria di derby. E che derby...

Segreti per non farsi tirare dentro nel gorgo della pressione?

Non ce ne sono, anche perché la piazza - per storia e tradizione - non può evitare il giochino degli ultimi anni e non sentirsi tra quelle chiamate a vincere sempre e per forza e non poter permettersi di perdere una partita.

Un bel fardello, quindi.

Per una stagione che sarà lunghissima e con una formula, concedetemelo, quantomeno bizzarra.

Cosa bisognerà fare?

Andare in palestra sereni, allenarsi sempre e tanto, fare gruppo e stare tutti sulla stessa pagina fin dal primo giorno.

Cantù?

Molto molto buona. Paradossalmente più equilibrata e più simile a quella che vorrebbe Sacchetti rispetto all’anno scorso. Il play, Anthony Hickey, ideale e funzionale al gioco di Meo: palla in mano, lui a gestire giochi e tempi e molto più finalizzatore e con punti nelle mani rispetto a Roko Rogic. In più un asse play-pivot di altissimo livello, perché uno come Solomon Young arriva da Bamberg e quindi è per forza un giocatore importante. E poi con la batteria di lunghi più forti della serie A2 e con la possibilità di giocare con tre stranieri grazie a Christian Burns.

Avrà pur un sogno di mezza estate, tipo Udine e Cantù le due promosse in serie A...

Sarebbe bellissimo. Stupendo. Vederle salire entrambe, il massimo per me. Società competenti, organizzate e con un budget in grado di coprire anche la massima categoria. Sarebbe tutto perfetto.

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