Frates: «Dimenticare Forlì, e farlo in fretta»

Pareri Quattro giorni intensi, in cui il dirigente ed ex coach canturino ha assistito al Pit, il Portsmouth Invitational Tournament

A caccia di talenti, giocatori interessanti da seguire nei prossimi anni, ma anche per riallacciare vecchi rapporti, magari un po’ trascurati negli ultimi anni. Questo il senso della seconda “missione” negli Stati Uniti di Fabrizio Frates, direttore sportivo della Pallacanestro Cantù, rientrato domenica dagli States in fretta e furia per poter assistere al match perso contro Cento.

Quattro giorni intensi, in cui il dirigente ed ex coach canturino ha assistito al Pit, il Portsmouth Invitational Tournament, appuntamento fisso dal 1953 che richiama i dirigenti e gli scout delle squadre più importanti di Nba, Europa e Asia. In campo, i migliori “senior” in uscita dai college statunitensi, che si sfidano in un torneo di quattro giorni: dal Pit, in passato, sono usciti giocatori del calibro di Scottie Pippen, Dennis Rodman, John Stockton, Earl Monroe e Jimmy Butler, per citarne alcuni.

«È stata una bella esperienza – racconta Frates – che ci permette di continuare in questo progetto a lunga scadenza di rientrare in una fascia di scouting che era stata abbandonata. C’erano un quindicina di colleghi italiani, l’obiettivo è che Cantù “torni nel giro”, facendoci conoscere dagli agenti. Ma soprattutto vogliamo vedere giocare i ragazzi dal vivo e costruire un database per avere informazioni fresche e nostre, non mediate dagli agenti».

Che tipologia di giocatori ha visto Frates? «Se lo Showcase di Natale a Las Vegas è un appuntamento per i professionisti, quello di Portsmouth è un torneo per atleti in uscita dai college, infatti è posizionato subito dopo la fine della Ncaa. In pratica è il momento di passaggio dalla vita universitaria al mondo professionistico. Al Pit è invitato chi ha le potenzialità per il secondo giro delle scelte Nba. Chio non si posiziona in Nba, solitamente poi guarda all’Eurpa: lo scorso anno 28 giocatori dei 64 del Pit sono arrivati in Europa».

Per Frates, c’è del materiale umano altamente interessante: «Ma chiaramente per noi non è avvicinabile oggi, probabilmente nemmeno domani, ma potrebbe essere interessante per dopodomani. Sono giocatori che si possono seguire, magari in G-League o in un campionato europeo intermedio e poi possono diventare appetibili anche per una realtà come Cantù».

Ma non è l’unico aspetto interessante di questo lavoro di scouting che Cantù ha ripreso a fare: «È un progetto che va portato avanti di anno in anno, frequentando questi appuntamenti che permettono di gettare quelle basi di conoscenza utili a costruire il futuro della nostra società».

Dopo il Winter Showcase di dicembre e il Pit di aprile, Frates preparerà ben presto le valigie per gli Usa, per volare alla Summer League di Las Vegas con il gm Sandro Santoro: «Alla Summer League ci saranno altri tipi di giocatori, anche trentenni. Ma esserci è importante, per conoscere agenti, scout e in generale, per farsi vedere».

Dagli Usa, Frates è tornato ed è corso a Forlì per la partita di domenica: «Non è stata una bella partita, ma ora ce ne aspettano tre alla nostra portata, che possiamo e dobbiamo vincere, per garantirci il piccolo vantaggio del fattore campo in caso di gara5 in finale. Ma sarà importante dimenticarci alla svelta di Forlì»

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