Hickey, Cantù sceglie un numero uno

Basket Chiuso il mercato degli stranieri con l’ingaggio del play che ovunque ha fatto valere la leadership. «Chiunque ami la pallacanestro si chiede come mai la S. Bernardo sia in A2. Starà a noi essere competitivi»

Il fatto che in carriera abbia scelto la maglia numero uno la dice lunga sul grado di leadership di Anthony Hickey. È lui il nuovo play americano della Pallacanestro Cantù. Che è stata sottotraccia finché ci è riuscita. Dopodiché è dovuta uscire allo scoperto. Con l’extrabudget che - garantito da Cantù Next - ha permesso di chiudere una presa importante.

Beffata la concorrenza

Il rischio di perdere il giocatore classe 1992 (compirà gli anni a novembre) di Hopkinsville, in Kentucky, era concreto. Suonavano sirene dalle leghe di tutta Europa e lui - 180 centimetri e 84 chili - ovviamente stava al gioco, anche perché lo intrigava giocare ancora una Coppa Fiba.

Poi, all’improvviso, la svolta: passo in avanti di Cantù, stesso segnale dal giocatore, niente Russia ed eccolo qui, alla guida della squadra di Romeo Sacchetti, tecnico che non vede l’ora di allenarlo.

«Anthony Hickey - è infatti l’opinione del coach - è il playmaker che possiede le caratteristiche che cercavamo. Oltre a possedere notevole velocità ed energia, è un giocatore capace di spingere la palla con grande ritmo, innescando i compagni, e mettendosi anche in proprio. Ma ci serve soprattutto la sua capacità di essere leader».

Arriva dall’Hapoel Haifa, in Israele, ultimo suo domicilio conosciuto, reduce anche da un’ottima Fiba Europe Cup. E manda subito segnali alla sua nuova destinazione.

Sentire per credere. «Sono davvero contento e soddisfatto - dice Hickey - di arrivare in club storico della pallacanestro italiana ed europea. Da questo momento in poi il mio impegno, e quello di tutta la squadra, dovrà essere finalizzato a essere competitivi in un campionato difficile come l’A2. Ho avuto tutte le informazioni necessarie per capire quanta passione c’è a Cantù e per comprendere quanto sia importante ottenere il miglior risultato possibile. Chiunque ami la pallacanestro trova strano che Cantù sia in A2 ed è una delle prime domande che ho fatto al general manager Santoro. Il tempo in genere aggiusta tutto, starà a noi e a tutto l’ambiente ridurre l’attesa quanto più possibile».

Operazione, dicevamo, garantita grazie al sacrificio targato Cantù Next, sempre più inserita nei gangli di Pallacanestro Cantù. Pur in un momento delicato e decisivo qual è il bando per l’assegnazione della costruzione della nuova arena, il pool d’imprenditori non ha fatto mancare l’appoggio, anche economico, al club.

Lo sottolinea, prima fra tutti, il gm Alessandro Santoro: «A nome di Pallacanestro Cantù - dice - voglio rivolgere a Cantù Next il mio più sincero ringraziamento per aver collaborato alla costruzione di un budget importante che ci ha permesso di assicurarci anche Anthony Hickey e che ci permetterà di valutare ulteriori fasi di mercato in corso d’opera. Nei momenti come questo l’identità e la passione per la squadra prendono il sopravvento. Ogni cosa comporta sacrificio e per questo ringrazio il presidente Sergio Paparelli e tutti i soci di Cantù Next per questo gesto di vicinanza che permette di dare al roster della prossima stagione la giusta competitività».

«Ci ha chiesto dell’arena»

Il gm, poi, svela un retroscena del contatto. «La cosa che mi è piaciuta durante la trattativa - spiega il gm - è che Anthony Hickey ha più volte chiesto informazioni sulla nuova arena di Cantù. Questo significa che per un giocatore il progetto in generale può essere importante e la dice lunga sulla sua voglia di vincere».

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