Hunt e Rogic, eccoli. Sono già in campo per spingere Cantù

Basket A2 Sono atterrati a venti minuti di distanza e dopo le visite si sono subito aggregati al gruppo. Uno ritrova Meo e Santoro, l’altro lo “manda” Buva

Venti minuti uno dall’altro, in due scali diversi dell’area metropolitana. Dario Hunt, poco dopo le 22 a Malpensa da Phoenix via Francoforte, Roko Rogic, alle 22.20 a Orio al Serio da Zagabria. È cominciata così, domenica sera, l’avventura dei due nuovi americani dell’Acqua S. Bernardo Cantù.

I gemelli diversi, e non solo per via dell’evidente differenza di statura. Anche per scuola e impostazione. Entrambi, però, con un vantaggio in comune: essere già passati per l’Italia. Hunt, è vero, in maniera più incisiva e continuativa, ma anche Rogic, pur essendo stato una meteora di pochi mesi a Imola, di là dell’Adriatico ha sempre guardato con curiosità alla nostra Lega.

Di certo conosce molto bene il tecnico Meo Sacchetti. In più ha un grosso vantaggio, nell’approcciare questa avventura in Brianza: è amico di Ivan Buva, già visto ampiamente da queste parti.

E, a proposito di esperienza, le sue quotazioni agli occhi dei tifosi canturini, sono schizzate clamorosamente all’insù dopo la decisione di lasciare la Nazionale alla vigilia dell’Europeo per concentrarsi anima e corpo sull’avventura in maglia S. Bernardo. Una scelta, come era logico ipotizzare, accolta con grande piacere dall’ambiente biancoblù.

Lo stesso, nel suo... grande, si può dire per Dario Hunt. Uno che solo l’anno scorso in Grecia ha giocato l’Eurocup e che stavolta ha deciso di scendere di categoria per sposare l’ambizioso progetto della Pallacanestro Cantù.

Ovvio che non poco abbia contato il fatto di avere avuto come interlocutori privilegiati due come Alessandro Santoro e Romeo Sacchetti, che da domenica sono anche tornati a essere, dopo i campionati a Brescia e alla Fortitudo Bologna, general manager e allenatore.

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