Il piano Sacchetti per una grande Cantù

Basket A2 Primo passo nella costruzione della squadra è il rinnovo di Stefanelli per altre due stagioni

Alghero e la Sardegna - dove è qualcosa in più che cittadino onorario - possono aspettare. Romeo Sacchetti, per adesso, sta pensando solo ed esclusivamente alla Pallacanestro Cantù, approfittando anche del suo quartier generale nel Varesotto, dove ha messo le radici ancora quando era giocatore.

Con il general manager Alessandro Santoro il lavoro è di coppia, fianco a fianco.

La conoscenza di Meo

Sorprende, ma non troppo vista la professionalità del soggetto, la dimestichezza del coach anche con la realtà di A2, che dai radar personali è sparita da 12 anni, ma che lui ha continuato a coltivare come aggiornamento professionale anche ai tempi della panchina della Nazionale.

La prima operazione, mentre tutti pensavano al play straniero, è la conferma più attesa: quella di Francesco Stefanelli, l’esterno che più di tutti è piaciuto nella stagione appena concluso. Aveva contratto in scadenza e soprattutto si pensava a sirene dalla serie A: invece, a convincerlo è stato proprio il progetto di Sacchetti e il piano di rilancio della società. Per cui, rinnovo di due anni e avanti tutti assieme.

«Francesco è un giocatore che mi piace molto e che ha senz’altro importanti margini di miglioramento - ha commentato coach Meo Sacchetti -. Ritengo abbia disputato una stagione molto buona, sempre in crescendo, nonostante alcuni acciacchi fisici che, durante l’anno appena trascorso, non gli hanno comunque impedito di fare sempre uno step in più».

E lui, il giocatore? «Sono molto felice di restare a Cantù e di provare a raggiungere l’obiettivo che la passata stagione ci è mancato - ha detto Stefanelli -. L’entusiasmo del pubblico canturino, insieme al ritrovato apporto degli Eagles, mi ha spinto a rimanere; spero di poter vivere tutto l’anno la splendida atmosfera che si respirava in casa durante i playoff».

Ora toccherà agli stranieri. Al primo lo straniero. Perché Meo è stato chiaro: «Avremo un grande playmaker». Tracciandone anche le caratteristiche. Così riassunte: «Non sarà solo un costruttore di gioco, ma voglio un giocatore moderno, in grado di produrre punti». Intenzione molto chiara. Ma che oscura un po’ la luce accesa su Luca Vitali. La società ha dimostrato così tanta fiducia nel regista bolognese da fargli firmare un contratto per l’ultimo mese e mezzo della stagione conclusa, con l’allungamento sulla prossima.

E Vitali che fa?

Ponendo, al contempo, una clausola per uscirne. Adesso, anche alla luce del quadro tattico che ha in mente il nuovo allenatore, la situazione andrà necessariamente aggiornata. E subito sono partite le consultazioni con l’entourage di Vitali, che rischia di scivolare all’indietro nelle gerarchie di Sacchetti e quindi dover partire dalla seconda fila. L’impressione è quella che ci sia una parte di dirigenza convinta ad andare avanti, ma, per farlo nel modo più sereno e produttivo per tutti, i più sicuri di quel che si andrà a fare dovranno essere i due diretti interessati, e cioè il giocatore e Sacchetti.

A cascata, poi, le decisioni sul resto della squadra. Con il secondo straniero che - ormai è chiaro - sarà nel ruolo di centro.

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