Il saluto di Sodini e la tifoseria. Gli Eagles: «Uno di noi»

L’addio del tecnico a una Curva che lo ha sempre amato e sostenuto

«Grazie Cantù». È il messaggio comparso sui social, stringato ma molto chiaro, di coach Marco Sodini, una volta ufficializzato il suo esonero. Perché a Cantù, Sodini è davvero legato. Più volte ha parlato di sé stesso come «un tifoso» della squadra brianzola. Ed era anche per questo motivo che l’anno scorso aveva deciso di affrontare la sfida più affascinante: riportare Cantù in serie A.

La sua storia a Cantù era iniziata nel 2016/17, come vice dei tre allenatori – Rimas Kurtinaitis, Kirill Bolshakov e, infine, Carlo Recalcati – succedutisi in panchina. Ed era rimasto anche l’anno dopo, promosso capoallenatore all’inizio della stagione. Era il 2017/18, Sodini riuscì in due imprese: stracciare Milano nel derby di Coppa Italia a Firenze e a portare la squadra ai playoff, ultimo allenatore riuscito in quell’impresa a Cantù.

Un tecnico molto amato dalla tifoseria, che è riuscito la scorsa estate a superare la concorrenza di diversi allenatori: a suo favore il precedente in panchina e la conoscenza dell’ambiente. Ha cercato subito di ravvivare il fuoco dell’entusiasmo. Lui stesso ha spesso parlato di «cappa nera su Cantù», una coltre di negatività che ha provato a spazzar via con dichiarazioni anche altisonanti («Abbiamo la miglior squadra di A2 degli ultimi 15 anni», «Chi firma per Cantù firma per partecipare tra due anni alle Coppe Europee») che, ancora oggi, parte del tifo gli contesta.

C’è chi non vedeva l’ora di liberarsene, scottato dalla mancata promozione, chi invece avrebbe preferito rivederlo nel segno della continuità. Gli Eagles hanno manifestato così il proprio pensiero: «Non entrando nell’aspetto tecnico (non ci compete, ci sono già troppi pseudo-allenatori), vorremmo ringraziare pubblicamente Marco Sodini per essere stato “uno di noi”. In bocca al lupo per tutto, coach!».

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