La Coppa Italia non scalda Sacchetti. «Ma io penso a Rieti il 4 gennaio»

Bordate di sberleffi ad Alessandro Gentile, tanti applausi per l’ex Marco Cusin

Coppa Italia, appuntamento a marzo 2023. La sede è ancora da stabilire, non le date: semifinali sabato 11, finali domenica 12 alla Final Four. Cantù affronterà Cento, che ha battuto Treviglio 68-66, mentre la Vanoli Cremona attende la vincitrice di Forlì-Torino, in programma il 12 gennaio.

L’anno nuovo vedrà quindi la S.Bernardo in corsa per due grandi obiettivi, ossia Coppa e, soprattutto, campionato. Un tema che però non scalda troppo coach Meo Sacchetti, più propenso a non fare programmi e previsioni a lunga gittata: «Final Four? Campionato? Il mio vero obiettivo è battere Rieti il 4 gennaio…».

Intanto Cantù si è aggiudicata un quarto di finale non banale contro Udine, squadra apparsa in crisi: «Abbiamo disputato 15 minuti di buon livello – ha ammesso coach Sacchetti - con una buona difesa e soluzioni interessanti in attacco. Tutto ciò ci ha permesso di costruire un vantaggio importante, che poi ha indirizzato l’esito dell’incontro a nostro favore. C’è stato qualche passaggio a vuoto, ma non abbiamo avuto problemi ad amministrare il risultato».

La preoccupazione per un’avversaria del calibro di Udine è svanita dopo pochi minuti: «Sono una squadra di talento, sicuramente era un incontro più impegnativo rispetto agli ultimi di campionato, perché Udine ha un roster profondo. Ho visto anche delle belle azioni in contropiede e in velocità, poi ci siamo un po’ specchiati troppo». Ai tanti cambi di quintetto di Udine, Cantù ha risposto colpo su colpo: «Ma mettendo un po’ di fisicità abbiamo sempre controllato la situazione».

Ed è stata senza dubbio una bella partita anche come atmosfera. Le grandi partite piacciono al pubblico, che infatti non ha fatto mancare il proprio apporto: erano 2.568 sugli spalti del PalaDesio, circa 300-400 in più rispetto alle medie del campionato.

Bella sfida a distanza tra i due coach. Da una parte un Boniciolli tarantolato, più volte entrato in campo per dare indicazioni. Ma anche con la mano sulla fronte, quasi in segno di resa, dopo l’ennesima palla persa dai suoi. Dall’altra un Sacchetti più tranquillo, che si è alzato per la prima volta a partita cominciata da un pezzo. Ma anche galvanizzato da un tentativo di recupero in tuffo di Bucarelli: “5 alto” per tutti.

Infine, non potevano mancare fischi e applausi. Bordate di sberleffi al solo sentire il nome di Alessandro Gentile – bersagliato per quel poco che è stato in campo -, tanti applausi per l’ex Marco Cusin. Uno che a Cantù, in due momenti diversi, è entrato nel cuore dei tifosi.

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