Santoro e l’affare Burns: «Devo ringraziare la società»

Il gm di Cantù: «Ciò che è stato fatto è un ulteriore atto di fede che sono certo sarà contagioso per i nostri sponsor, per tutti i nostri tifosi e appassionati»

Trovarsi, salutarsi, rivedersi, salutarsi nuovamente e, infine, ritrovarsi ancora. Questa volta in Brianza, a Cantù. Il filo del rapporto professionale – e forse anche qualcosa in più – tra Christian Burns e il general manager canturino Sandro Santoro torna a riannodarsi: i due si conoscono da oltre dieci anni. Evidentemente, con reciproca stima e amicizia.

Santoro sognava questo colpo da tempo. Chissà, forse anche per i playoff poi persi in semifinale contro Pistoia: «Christian Burns – commenta il il dirigente della S. Bernardo – è una vecchia conoscenza per me personalmente e per Cantù. Posso dire che il nostro incontro risale al 2012 quando arrivò in Italia per vestire la maglia della Sutor Montegranaro. Successivamente abbiamo condiviso l’esperienza a Brescia, in due momenti differenti, ed è per questo che siamo rimasti molto legati al di là delle nostre professioni».

Burns è chiaramente un giocatore che Santoro conosce a memoria e di cui è sempre stato un estimatore. E sarà una pedina che certamente influirà indirettamente anche nella costruzione della squadra: «Con lui – aggiunge Santoro – ci assicuriamo le prestazioni di un giocatore importante con caratteristiche fisiche di grande impatto e con un’esperienza pluriennale. Il fatto che sia di formazione italiana rende la costruzione del nostro roster interessante e competitiva».

Avvicinare Burns non è comunque stata un’operazione semplice: «Devo rivolgere un ringraziamento alla società per questo acquisto che, in questo particolare momento, non deve essere considerato affatto scontato, ma un ulteriore atto di fede che sono certo sarà contagioso per i nostri sponsor, per tutti i nostri tifosi e appassionati», ha concluso Santoro.

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