«Stefanelli non ci sarà, tocca agli altri»

L’intervista La notizia la dà direttamente il coach: «Assenza di peso, è un giocatore di qualità e con punti nelle mani . Abbiamo una squadra di dieci giocatori, per cui adesso qualcuno avrà più spazio e dovrà dimostrare di meritarlo»

La notizia là direttamente il coach: «Stefanelli non ci sarà, non si è ancora allenato con la squadra».

Pretattica? Forse un po’ sì, ma c’è la sensazione che Meo Sacchetti non stia barando. E quindi, domani contro Rieti – peraltro ex squadra di Stefanelli – la guardia dovrebbe ancora una volta guardare i compagni dagli spalti.

«Qualche altro acciacco»

Par di capire che non tutti nella squadra siano al meglio: «Altri lamentano qualche acciacchino, ma non dovrebbe mancare nessuno. Certo, l’assenza di Stefanelli pesa, è un giocatore di qualità con punti nelle mani e le cui qualità sono note. Ma l’abbiamo già detto: abbiamo una squadra di dieci giocatori, in cui il problema è farli giocare tutti con minutaggi importanti. Ebbene, ora qualcuno avrà più spazio e sta ai giocatori abili e arruolabili di dimostrare di valere quei minuti che avranno».

In poche parole, nessuno vuol piangere, nessuno vuole mettere le mani avanti, anzi: «È logico che vorremmo essere sempre a posto, con tutti i giocatori pienamente a disposizione. Ma sappiamo che potrebbe non essere l’unica occasione in cui si propone qualche difficoltà. E non siamo nelle condizioni di lamentarci, con il roster che abbiamo allestito in estate».

Un roster che, lo ribadisce ancora il tecnico canturino, sta crescendo. Una squadra che sta facendo passi in avanti ma che ha ancora margini di miglioramento: «Ci stiamo conquistando spazi importanti in difesa, certamente mi aspetto più continuità all’interno della partita. Non lo nascondo, ogni tanto attraversiamo dei momenti di blackout preoccupanti e che sono assolutamente da eliminare: subiamo dei break che una squadra come la nostra non può permettersi di prendere. È successo, ma molto meno rispetto alla Supercoppa, ed è un fattore che mi preoccupa».

Il problema secondo Sacchetti è certamente di natura più mentale che fisica: «Può darsi che ci sia un po’ di fatica, ma stento a credere che cinque giocatori si affatichino contemporaneamente di colpo. Credo che ogni tanto ci prenda un po’ di tristezza: quando la toglieremo, faremo grossi passi in avanti, ci stiamo lavorando dall’inizio degli allenamenti. Dobbiamo capire che abbattersi non porta a niente, ma che serve una reazione. Credo che sarà la parte più difficile del lavorio sulla squadra».

«Vorrei vincere, come sempre»

Un accenno a Rieti, che si è imposta alla prima giornata su Rieti: «Vorrei vincere, come sempre, ma al di là delle strisce positive, ora è davvero fondamentale concentrarci sulla singola partita. Rieti ha due stranieri interessanti, una guardia e un lungo. Ma non sono i soli, ci sono anche Zugno e anche altri profili. Hanno quello spirito che può colmare le differenze qualitative dei roster e aiuta a migliorare i valori: se pareggiamo l’intensità di chi gioca così, avremmo fatto un grande salto in avanti. Come ho già detto, tutti qua sanno se un giocatore deve tuffarsi per recuperare un pallone o fare uno sprint per recuperare in difesa, non si può barare».

Non in casa, perlomeno: «Ci saranno i tifosi, li ho provati da giocatore e da allenatore. Ci vogliono, sono una componente importante nel trasmette intensità. Non difendono e non fanno canestro, ma ci aiutano a farlo meglio: saranno una spinta da sfruttare». L. Spo.

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