Tre grandi ex canturini: «Noi Sacchetti lo conosciamo bene»

Basket Il nuovo tecnico della S. Bernardo Cantù raccontato dai canturini che hanno vinto con lui in Nazionale. Della Fiori: «Una bella persona e si vede. Mai fuori posto». Marzorati: «Anche da giocatore era già un coach»

C’è il Meo Sacchetti giocatore universalmente apprezzato e ricordato con affetto. E c’è il Meo Sacchetti indicato come l’uomo giusto per Cantù. E se lo dicono Fabrizio Della Fiori, Pierluigi Marzorati e Antonello Riva, tre totem del basket canturino, c’è da credergli. Non tre a caso, ma i tre giocatori citati dal fresco allenatore della Pallacanestro Cantù nel corso della presentazione: «Con Antonello, “Pierlo” e “Ciccio” abbiamo condiviso anni belli in Nazionale…»

«Tre per la precisione – dice “Ciccio” Della Fiori – e siamo stati anche compagni di camera in Coppa Intercontinentale. Insieme abbiamo vinto l’argento alle Olimpiadi a Mosca. È una bella persona e si vede, mai fuori posto, poco avvezzo alle polemiche. Chissà perché l’hanno mandato via dalla Nazionale: forse voleva proporre una squadra di giovani, ma temo che non sia cambiato poi molto…».

«Una guardia tosta»

Ancora sul giocatore-allenatore Sacchetti: «Era una guardia tosta, un buon difensore con personalità. Come allenatore lo conosco meno, ma dove ha allenato ha fatto più bene che male, vincendo in piazze non di primissimo piano. Non l’ho ancora incontrato, andrò a salutarlo appena comincerà gli allenamenti a Cantù. Speriamo che lo facciano lavorare serenamente, perché è una persona che ama l’autonomia nelle scelte».

Anche Pierluigi Marzorati è felice che la scelta del nuovo coach di Cantù sia ricaduta sull’ex compagno in Nazionale: «Merita rispetto, perché ha deciso di scendere di categoria, pur di allenare una squadra con un grande passato. Conosce il basket, gli servirà però una squadra ottima, ma non diciamo che dovrà salire perché porta male...».

Per Marzorati, Sacchetti «anche da giocatore era un allenatore, dava consigli: lui era unico, perché poteva giocare da “2”, da “3” e da “4”. A seconda di chi lo marcava, lo portava in giro battendolo sulla velocità».

E ancora: «Per Cantù è un’ottima scelta e mi auguro che i giocatori apprezzino un allenatore che non è stato solo un ottimo ct, ma anche un vincente: ha portato la squadra alle Olimpiadi solo un anno fa, non trenta…».

Altri aneddoti? «Uno è divertente: dopo le partite organizzava, con 4-5 giocatori, delle bevute di birra. Io non sempre andavo, a digiuno non era il massimo per me. Gli auguro di bere meno birra e di conservarla per motivare la squadra… Birra energetica, s’intende!».

Chiude Antonello Riva, un vero “fan” di Sacchetti: «Complimenti a Cantù, sperando che la scelta sia di buon auspicio, come capitò con Giancarlo Primo. Lasciò la Nazionale, venne a Cantù e vincemmo la Coppa Campioni. Lui ha sempre fatto bene, ottenendo grandi risultati partendo dalla gavetta: l’ho intravisto nei giorni scorsi, è motivato».

«Grande intelligenza»

“Nembo Kid” ha un ricordo preciso di Sacchetti: «È il compagno che tutti vorrebbero avere: dotato di grande intelligenza, sapeva coprire più ruoli e permetteva alla squadra di avere più facce. A Nantes fu decisivo per l’oro agli Europei. Da avversario, invece, l’ho sempre trovato “fastidioso”: solo lui e Mike Silvester riuscivano a contrastarmi fisicamente».

Per chiudere Riva, sottolinea ancora una volta la bontà della scelta di Cantù: «Chi c’è di meglio dell’ex ct? Sono davvero contento e lo dico senza nulla togliere a Sodini, perché la sua annata è stata importante. Meo avrà un grande impatto, non solo emotivo. E Cantù con questa mossa non si nasconde: la società sta dicendo apertamente di voler tornare in alto». L. Spo.

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