Pallacanestro Como
chiude dopo 51 anni

Una decisione drastica e che ha sorpreso tutti, quella di mettere la parola fine alla storica società del capoluogo (nata nel 1970)

Per uno strano scherzo del destino, domenica scorsa all’assemblea della Fip, Dario Tofani ha ritirato la targa per i 50 anni di attività della Pallacanestro Como e il premio in memoria del padre Luciano (scomparso un anno fa), già sapendo che la società stessa sta chiudendo i battenti. Un momento triste e doloroso.

«Sì, è stato un paradosso - sottolinea il dirigente - . Difficile da gestire emotivamente. Ritirare la targa sapendo che la società non si riaffilia più. E pensare a mio padre, che è stato presidente per vent’anni e tanto ha fatto. Però bisogna avere il coraggio di fermarsi, quando sai che non puoi più andare avanti. Ci ricorderemo tutto quello che ci siamo guadagnati sul campo, dalla serie B alla Promozione: e ce lo siamo goduto».

Una decisione drastica e che ha sorpreso tutti, quella di mettere la parola fine alla storica società del capoluogo (nata nel 1970). «L’origine di questa decisione inevitabile è lontana nel tempo – spiega Tofani - e tengo a sottolineare che non ha nulla a che fare con la gestione di mio padre né con la sua scomparsa. Negli ultimi anni però ci siamo trovati a combattere con i fantasmi del passato. Lui era diventato presidente nel 2000 per cercare di tirare fuori la società dalle pendenze della gestione precedente, che con il tempo abbiamo dimezzato. Purtroppo nel 2009 quando ancora eravamo in serie B è arrivata una seconda mazzata, con lo sponsor che ci ha lasciati in braghe di tela a metà campionato. Infine il Covid ha fatto il resto. In pratica, ogni volta tutti i piani che ci eravamo dati per sistemarci, andavano rifatti. Finché ci siamo resi conto di non avere più la forza per starci dentro. E’ una decisione che avrebbe preso anche mio padre».

Breccese, poi Usb Como e infine Pallacanestro Como: tre denominazioni per una società che ha vissuto un’epopea. Iniziata nel 1988 con la leggendaria triplice promozione consecutiva dalla Promozione alla serie B2, e proseguita con il fantastico ciclo degli anni Novanta e Duemila con 14 stagioni in serie B2 e 7 in serie C1. C’erano in campo Umberto Cappelletti, Ciccio Della Fiori, e Alessandro Mamoli ora conduttore a Sky. Nessun altro club della nostra provincia, Cantù a parte, è stato così in alto. Nel 2010 il passo indietro e la ripartenza dalla Promozione (l’anno scorso ripescata in D).

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