Parrillo, pasta di capitano
«Sarebbe un onore per me»

«Abbiamo passato giorni difficilissimi, con il pensiero di non sapere cosa sarebbe successo. Ora tutto è passato»

Capitan futuro, ma non troppo. Salvatore Parrillo, vicecapitano della Pallacanestro Cantù, è pronto a ereditare la fascia – che nel basket non c’è – da Ike Udanoh. Una mossa quasi automatica, in assenza del “titolare”, ma che certifica il peso specifico della guardia all’interno dello spogliatoio. Uno di quelli che c’è sempre stato e che racconta la Cantù delle ultime settimane, a 360 gradi.

Salvatore, sei felice per questa promozione?

«L’ufficialità ancora non c’è, ma per me sarebbe un grandissimo onore. Lo sogno da un po’ di tempo. Essere a Cantù per me è già una fortuna, diventarne il capitano mi renderebbe decisamente orgoglioso.

Il capitano dopo la svolta societaria, un riconoscimento in più».

Come avete vissuto queste ore frenetiche in bilico tra morte e sopravvivenza del club?

«È accaduto quello che speravamo succedesse e che meritavamo, a partire dai tifosi. È doveroso ringraziare chi si è fatto in mille per far sì che questo obiettivo si concretizzasse, abbiamo apprezzato tanto questi sforzi. Credetemi, si respira già un’aria diversa nella squadra».

Ma come le avete vissute queste settimane di incertezza?

«Abbiamo passato giorni difficilissimi, con il pensiero di non sapere cosa sarebbe successo il giorno dopo. Un giocatore dovrebbe pensare solo al campo, ma per lungo tempo abbiamo dovuto preoccuparci di tutto il resto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA