Passeri, progetto Cantù
«Padroni di noi stessi»

«Sul palazzetto nuovo andiamo dritti, certamente. Non c’è alternativa, perché la storia recente ci dice che il grande magnate non esiste»

«Sul palazzetto nuovo andiamo dritti, certamente. Non c’è alternativa, perché la storia recente ci dice che il grande magnate che spende certe cifre non esiste. O se esiste non vuole investire nel basket a Cantù».

Si volta pagina alla Pallacanestro Cantù, anzi lo si è già fatto da un pezzo. Angelo Passeri, presidente di Tutti Insieme Cantù, società che formalmente detiene la maggioranza di Pallacanestro Cantù, anche nella veste di vicepresidente del club sportivo difende il “progettone”. Quello che porterà, nelle intenzioni, la società ad autofinanziarsi grazie alla nuova arena: «Vogliamo uscire da questo meccanismo del padre-padrone, per crearne uno virtuoso. Virtualmente al momento non possiamo pensare di avere un budget da Eurolega, ma certamente sarà più sostanzioso, per disputare campionati importanti».

Il primo, se il quadro non cambierà, sarà in A2: «Siamo un’azienda e dobbiamo programmare il futuro. Oggi siamo in A2, se poi lo scenario dovesse cambiare, chiaramente percorreremo la strada. L’idea è comunque iniziare ad allestire una squadra con alcuni giocatori validi anche per la A. Ribadisco che vogliamo fare un campionato di vertice in A2 per risalire, o una A consistente e dignitosa».

Al tifoso come si spiega tutto questo? «Dicendo che l’unico orizzonte possibile è questo. Che il Comune ha bisogno i quest’opera per riparare a uno scempio quarantennale su Corso Europa, che è un palazzetto che non sarà una cattedrale nel deserto, non faraonico, ma dimensionato in maniera corretta per la città di Cantù. E che sarà messo a disposizione anche di altre società sportive, altra esigenza del territorio. Sarà un aiuto e, grazie all’indotto, il modo per far sopravvivere il basket di alto livello nella nostra città».

Anche Tutti Insieme Cantù farà la sua parte: «Lunedì ci ritroveremo in presenza, finalmente, al Parco del Bersagliere: illustreremo nel dettaglio progetti e programmi. Sarà un confronto con i soci, per condividere anche idee e consigli utili. In concreto, siamo gli azionisti di maggioranza della società. Tic non avrà un ruolo concreto e operativo sul progetto, vogliamo essere ancora il baluardo della canturinità, per difenderci da un unico proprietario, una scelta di questi tempi troppo rischiosa, come abbiamo potuto vedere con Gerasimenko, un capitolo che chiuderemo tra un mesetto».

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