Recalcati: «Mai vissuta
un’emozione così forte»

A tu per tu con il nuovo allenatore della Mia Cantù all’indomani del suo esordio e del successo contro Reggio Emilia.

«In una giornata come quella di ieri (lunedì, ndr) sarei già stato contento di giocare una partita equilibrata, avendo le risposte del lavoro che avevano fatto e la disponibilità dei giocatori. Vincere è ciò che ovviamente desideravo e che cercavo di realizzare, ma comprendevo sarebbe stato alquanto complicato. Meglio di così, dunque, non me lo potevo immaginare il mio ritorno sulla panchina di Cantù, della mia città, della mia squadra».

Il giorno dopo, Carlo Recalcati ha smaltito la tensione, scaricato l’adrenalina, assorbito l’emozione. Subito dopo la partita aveva dichiarato che l’emozione era stata persino superiore a quella accusata nella finale olimpica. Frasi che magari si dicono a caldo, senza pensarci su troppo.

È della stessa opinione anche ora?

«Non era una battuta. Ho parlato di Olimpiade ma potrei citare anche la partita della “stella” di Varese o di quando giocavo finali importanti. In quelle circostanze ero molto più disteso, al punto di dare l’impressione che non me ne fregasse anche se non era vero. La verità è che agli appuntamenti importanti sono sempre giunto sereno e tranquillo. Questa volta, però, è stato diverso».

In che senso?

«Un’emozione e una tensione così non le avevo mai provate. E mi sono sorpreso. Si è trattato di un dispendio di energie nervose e di uno stillicidio di emozioni incredibile. Sono contento mi sia capitato perché nel momento in cui cominciano a diminuire le emozioni è come se suonasse un campanello d’allarme. Invece così vuol dire che sono bello vivo».

L’intera intervista sulla Provincia di mercoledì 8 marzo

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