Sacripanti: «Non avevo l’angoscia
di dover allenare per forza»

Il canturino nuovo coach della Virtus Bologna ha rischiato di restare senza panchina in serie A dopo 18 anni di fila.

Siede, meglio dire siederà, su una panchina di serie A per la diciannovesima stagione consecutiva. Nessuno altro tra i suoi colleghi del massimo campionato può permettersi qualcosa del genere. Sì, 19 edizioni di fila della serie A da che questo millennio è venuto alla luce.

Eppure, stavolta ha rischiato di veder interrotta la striscia ininterrotta di partecipazioni alla serie A, salvandosi in extremis: quella della Virtus Bologna - la società che ha scelto il coach canturino quale sua nuova guida tecnica - era infatti l’ultima panchina disponibile. Le altre 15 avevano ormai già tutte un titolare.

Non ha temuto di restare a piedi o anche meno drasticamente di dover restar alla finestra?

«Una premessa: in serie A quest’anno si è assistito a un grande cambiamento con allenatori nuovi sulla scena, tre stranieri (che su 16 credo siano davvero tanti), qualche società che ha promosso i vice allenatori e dunque il numero delle panchine è andato sempre più assottigliandosi».

E dunque?

«Non mi sono spaventato dopo 18 anni consecutivi di serie A di guardare dal di fuori ciò che stava accadendo pur consapevole dell’eventualità di non essere questa volta essere preso in considerazione. Sapevo che Bologna, così qualche altra società, stava ancora cercando e in cuor mio mi dicevo che sarebbe stato il posto più gradito nel quale sarei potuto andare».

E com’è successo?

«Nel giro di neppure 24 ore abbiamo trovato l’accordo. Una sera verso le 23 mi ha chiamato Alessandro Della Salda, il nuovo amministratore delegato della Virtus che ha lasciato dopo 21 anni a Reggio Emilia e con il quale c’è sempre stato un feeling particolare, e confesso che non ho avuto un attimo d’esitazione. Non ho fatto troppo domande e non mi sono messo lì neppure a trattare a livello economico. Era un progetto che avevo in testa e che mi sarebbe piaciuto seguire. Il giorno seguente ci siamo incontrati e ho firmato senza pensarci due volte».

L’intervista integrale sulla Provincia di lunedì 25 giugno

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