Sergio difende Cantù
«Siamo sempre primi»

«Come abbiamo sempre detto – dice il capitano – in serie A2, e in questa stagione in particolare, la cosa difficile è trovare la continuità»

«Non è il momento di fare drammi: siamo ancora primi e stiamo lavorando per migliorare». Dopo quelle del coach nell’immediato post partita, del direttore tecnico a mente un po’ più fredda, arriva anche l’analisi del capitano. Luigi Sergio, quello porta la fascia, come al solito non si tira indietro. Una sconfitta, seppur pesante e risultata particolarmente indigesta, non gli fa perdere di vista l’obiettivo “alto” della stagione. Ed è a questo che la S.Bernardo-Cinelandia Park Cantù lavora quotidianamente.

«Come abbiamo sempre detto – dice il capitano – in serie A2, e in questa stagione in particolare, la cosa difficile è trovare la continuità. Non possono essere uno scontro diretto o una singola partita a farci vincere il campionato, ma la continuità di rendimento sull’arco di trenta partite più i playoff».

Ora però Cantù sta attraversando un periodo poco brillante, dopo una vittoria risicata a Biella e il ko interno di domenica: «Veniamo da due performance poco brillanti e domenica l’abbiamo pagata. Cosa fare? Dobbiamo rientrare in contatto con un concetto importante, ossia che non esiste la partita facile o in cui si possa giocare più rilassati: dobbiamo ormai aver capito che l’attenzione deve essere sempre altissima. Il motivo è molto semplice: si rischia di sciupare un ottimo lavoro».

Un lavoro che, magari non sempre con lucidità e brillantezza, ha portato Cantù da subito in testa al campionato: «Se ad agosto mi avessero detto che avremmo perso solo due partite, avrei firmato immediatamente. Per fortuna, i risultati sono dalla nostra parte: questo ci dà una certa tranquillità. Le due performance sottotono ci dicono che nessuno va preso sotto gamba, ma anche che il lavoro precedente è stato buono».

Eppure è stato fatto notare, sia da Sodini sia da Frates, che questa squadra anche nelle vittorie non sempre riesce ad essere “pulita”. Mancherebbe in sostanza un po’ di equilibrio: «Se le aspettative sono molto alte, spesso si sottolineano le cose da migliorare, dopo una sconfitta a maggior ragione. Tutti speriamo ci possa essere un percorso di crescita, di errori ne sono stati fatti e li abbiamo pagati con due sole sconfitte. Che ci sia da migliorare sempre, soprattutto nella gestione dei vantaggi e nella ricerca di una solidità maggiore di squadra, è palese».

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