Sergio: «La voglia è di non fermarsi
Vincerle tutte e tre? Non scontato»

Parla il capitano di Cantù alla luce dei primi successi in campionato

«Il 3 su 3 di Cantù? Era auspicato, ma per nulla scontato: nello sport, non c’è nulla di già scritto». Era per importante partire bene e il capitano della S.Bernardo-Cinelandia Park, Luigi Sergio, ne è pianamente consapevole.

Aver battuto però una squadra come Torino, dà però un valore in più al primo filotto significativo del campionato: «Partiamo dalla prestazione della squadra, che è la cosa più importante. Torino era un test molto difficile e probante, perché era uno scontro diretto contro una squadra vuole vincere il campionato. È stato un antipasto di quello che speriamo di poter fare a maggio-giugno, quando le partite peseranno».

«Una super risposta»

Sensazioni a freddo sulla partita? «La squadra ha offerto una super risposta. Siamo scesi in campo con l’atteggiamento giusto e concentrati. Abbiamo dato tutto quello che serviva per una performance di questo tipo. C’è soddisfazione nel gruppo e voglia di non fermarsi».

Ancora una volta, si è avuta la conferma delle difficoltà e delle insidie di un campionato come la A2: «La partita ha avuto alti e bassi, che dovremo provare a limitare. Un calo più vistoso c’è stato nel terzo quarto, in cui abbiamo perso un po’ di fluidità. Ma tutto questo è stato controbilanciato dalla reazione: abbiamo rimesso la partita sulla carreggiata giusta».

E ne è uscito un ultimo quarto – meglio dire gli ultimi 5 minuti – tutta energia e concretezza, in cui Cantù è riuscita a recuperare lo svantaggio e a vincere: «Sta diventando una costante – ammette il capitano – e credo sia anche normale. Il coach ha la possibilità di cambiare le carte in tavola e trovare la quadra giusta anche all’interno della partita. Questo per dire che serve anche del tempo per trovare gli assetti giusti, anche se qualità e lunghezza del roster senza dubbio aiutano. Nell’ultima frazione abbiamo anche messo determinazione e mentalità per cambiare passo».

Un passo che resta spedito. Perché vincere tre partite su tre nella fase iniziale può essere una spinta per il resto del campionato: «Non era scontato, anche se fortemente voluto. Non era scritto che una squadra nuova, in un ambiente desideroso di riscatto, ma ancora scottato dalla retrocessione, vincesse le prime tre. Il risultato è quindi interessante e importante. Penso a una squadra come Torino: sicuramente aveva la nostra stessa ambizione, un filotto lungo, ma sempre le squadre forti vincono. Va quindi fatto un plauso alla voglia di voler ritrovare entusiasmo: l’ambiente lo merita».

«Il nostro segreto»

E c’è una grande prova personale da evidenziare, con la chicca di un passaggio dietro la schiena in salto che ha fatto sobbalzare il PalaBancoDesio: «È la mia migliore prestazione, la cercavo da un po’. Il nostro segreto dovrà essere questo: tutti avranno chance per emergere. Io ho fatto qualcosa in più domenica, domenica prossima toccherà a qualcun altro diventare protagonista. Dobbiamo imparare ad “accettare” un roster come il nostro: una partita migliore o peggiore non rendono un giocatore un campione o un brocco»

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