Serie A, rischio 14 squadre
Cocci da mettere insieme

Virtus Roma e Vanoli Cremona sono infatti a un passo dalla rinuncia alla serie A. Alle loro spalle, dopo specifica richiesta della Lega, scalpita Torino

Prima mossa della Pallacanestro Cantù per la nuova stagione: giocare d’anticipo con una campagna abbonamenti “al buio”.

Un modo per riprendere il filo con i tifosi, incassare una discreta somma iniziale e cominciare a riportare tutti alla realtà. Perché la speranza è che il basket riprenda con i tifosi sugli spalti.

Ecco perché a Cantù si è deciso di partire, anche in assenza di certezze: mille abbonamenti, inizialmente riservati ai vecchi abbonati, potranno essere venduti per formare una prima “base”. E chi acquisterà il pacchetto in questa finestra, ovviamente, avrà uno sconto di 100 euro sul prezzo totale dell’abbonamento.

Prezzo definitivo che rimane ancora incerto, in questa fase iniziale, essenzialmente per un motivo: nessuno sa infatti quante saranno le squadre iscritte al prossimo campionato.

La scorsa serie A, interrotta a metà per il diffondersi della pandemia, era a 17 squadre e si è conclusa senza retrocessioni e senza promozioni dalla A2. Nel frattempo Pistoia si è autoretrocessa. Per un totale (in questo momento) di 16 squadre che, nel basket, è il numero perfetto.

Il problema è che il movimento deve fare i conti con due situazioni pesanti a livello societario.

Virtus Roma e Vanoli Cremona sono infatti a un passo dalla rinuncia alla serie A. Alle loro spalle, dopo specifica richiesta della Lega, scalpita Torino: i piemontesi hanno avuto prima assicurazioni sul ripescaggio, poi con la posizione in bilico di Roma sono stati riportati in A2.

La loro partecipazione alla prossima A1 è paradossalmente appesa al destino di Cremona e Roma: il format della A1 per il 2019/20, a quanto pare inattaccabile, prevede un numero di squadre pari.

Se solo una tra Roma e Cremona salterà, allora Torino sarà in A1. Se invece salteranno entrambe, salterà anche il ripescaggio di Torino, perché un campionato a 15, ora, non si può fare.

I rispettivi “patron” Aldo Vanoli e Claudio Toti stanno cercando risorse, ma gli spiragli sembrano pochi.

Anche perché arrivano le scadenze: il 31 luglio è il termine per la presentazione delle domande di iscrizione e della documentazione necessaria (fidejussioni, liberatorie, situazione contabile, ecc…), il 4 agosto sarà invece la ComTec, organo della Federazione, a controllare la validità delle domande e a dichiarare le società in regola.

Tornando a Cantù e alla sua campagna abbonamenti, è chiaro che un abbonamento per 15 partite casalinghe (in caso di 16 iscritte) o per 13 (in caso di 14) cambierebbe verso l’alto o verso il basso il prezzo finale delle tessere.

E poi ci sarà da risolvere - tutti attendono un provvedimento del Governo -, il nodo degli spettatori. Le aperture del ministro Spadafora verso il calcio sono incoraggianti, ma la trattativa con il basket si è aperta solo da pochi giorni. Desio può contenere oltre 6 mila spettatori: ipotizzando il 50-60% di capienza, per gli standard attuali di Cantù (poche volte in questi anni si è superata quota 3500-4000), potrebbe essere una quota più che accettabile. n 
L.Spo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA