Spreafico, prove d’azzurro: «Vorrei tanto l’Europeo»

Basket La trentunenne di Asso in ritiro con la Nazionale: lotta per un posto: «Fra l’altro ci sarà in palio il preolimpico, quindi l’asticella è ancora più alta»

Ha lasciato la Spagna per tornare a giocare in Italia. Ma soprattutto, con l’Italia sogna di giocare l’Europeo.

Sono giorni importanti per Laura Spreafico. La trentunenne di Asso è infatti al raduno della Nazionale di basket in vista dell’Europeo che si disputerà dal 15 giugno in Slovenia e Israele. Tornata in azzurro lo scorso anno a furor di popolo come migliore marcatrice italiana e protagonista nelle qualificazioni europee, Spreafico spera che questa sia la volta buona.

«Rassegna che mi manca»

«Ho disputato tre Campionati europei giovanili, uno Under 18 e due Under 20, e dall’estate del 2012 ho sempre partecipato con la Nazionale senior alle qualificazioni continentali – fa presente –. Ma poi non sono mai riuscita ad andarci. Mi piacerebbe farlo stavolta, anche perché forse è la mia ultima occasione. Fra l’altro è in palio il preolimpico e quindi l’asticella è ancora più alta».

Intanto sei fra le sedici azzurre. «Ci speravo, avendo giocato nelle due finestre invernali. All’Europeo ne andranno dodici e farò il possibile per esserci, anche se c’è concorrenza».

Come mai l’addio alla Spagna, dopo una bella stagione a Gernika? «Avevo un contratto di un anno. Ma sarei rimasta, senonché sono cambiate alcune cose a partire dall’allenatore, e non c’erano più le condizioni».

Che esperienza è stata la tua prima all’estero? «Più che positiva, sia dentro che fuori dal campo. E a questo punto mi chiedo perché non l’ho fatto prima. Ho avuto la possibilità di competere con giocatrici molto più forti fisicamente di quelle che si trovano in Italia, ed è la differenza maggiore».

Come mai il basket femminile tira più in Spagna che da noi? «Perché attorno c’è più coinvolgimento e attenzione sotto tanti aspetti. E poi hanno una cultura dello sport e della pallacanestro diversa, fin da piccoli: tanti ragazzi giravano per la città con un pallone da basket».

«Lo scatolino anti nostalgia»

Nostalgia dell’Italia? «Mi ero portata uno scatolino con alcune cose simpatiche contro la depressione, tipo i disegni di mia nipote e le buste per fare la cioccolata: non ne ho mai avuto bisogno».

E poi è arrivata la chiamata di Ragusa. Torni a giocare in Sicilia. «Hanno contattato il mio procuratore quando ero ancora in sospeso con Gernika, e mi ha fatto piacere che sia Lardo (allenatore di Ragusa e della Nazionale, nda.) sia la società mi abbiano messa al centro del progetto di ricostruzione della squadra, dopo una stagione non entusiasmante. Sono contenta di tornare, perché nei due anni che ho giocato lì mi sono trovata molto bene, con i tifosi e con il club. E voglio onorare questa chiamata, mettendo le basi per rilanciare Ragusa».

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